CARINARO. L’esponente dei Ds di Carinaro, Raffaele Sardo, si autosospende dal partito dopo la vicenda dell’arresto del consigliere regionale campano della Quercia ed ex sindaco di Orta di Atella, Angelo Brancaccio.
Noto giornalista e autore di pubblicazioni su Don Peppino Diana, parroco di Casal di Principe ucciso dalla camorra, Sardo ha inviato una lettera al segretario nazionale dei Ds, Piero Fassino, al segretario regionale Enzo Amendola, al segretario provinciale Ubaldo Greco e alla sezione carinarese dei Ds. “Ho aderito quattro anni fa ai Democratici di Sinistra, accogliendo l’invito rivolto alla società civile a ‘contaminare’ i partiti, perché ritenevo che l’impegno che da anni profondevo sul fronte dell’impegno sociale dovesse avere anche una sua traduzione ‘politica’”, esordisce Sardo nella sua missiva, continuando: “La campagna elettorale del 1996 dell’Ulivo e la vittoria di Romano Prodi, avevano fatto nascere nuove speranze di cambiamento radicale in questo paese, dopo la stagione di ‘mani pulite’. Avevo sperato, come tanti, che i Ds avessero anche fatto tesoro delle lezioni della storia, e soprattutto avessero tenuto ben presente il monito di Enrico Berlinguer sulla questione morale”. Sardo poi parla del suo impegno nella lotta alla criminalità: “Ho cercato di dare il mio modesto e umile contributo, nella misura che ho potuto, portando la mia esperienza di impegno nel sociale, soprattutto sul fronte dell’affermazione di una cultura della legalità. Mi sono impegnato soprattutto a portare nelle scuole, nei dibattiti, nei convegni, la testimonianza di una persona che ha pagato con la vita la sua voglia di riscatto di queste terre: Don Giuseppe Diana, il prete assassinato dalla camorra il 19 marzo del 1994”. Ma, come egli stesso spiega, c’era “sempre più disagio a militare in questo partito perché mi sono reso conto via via che non è più quello delle mani pulite. I consigli comunali sciolti per condizionamenti di camorra in Campania (e addirittura le Asl), le inchieste sul fronte dei rifiuti, la politica ridotta solo all’accaparramento di un posto negli enti strumentali o in parlamento, mi hanno aumentato sempre più il disagio di un’appartenenza non più in sintonia con le speranze di cambiamento che pur il Partito Democratico riusciva ad alimentare in me”. Un accenno anche all’ultimo congresso provinciale dei Ds e all’arresto dei fratelli Orsi: “L’ultimo congresso provinciale di fatto non si è celebrato. Ci sono state solo delle ‘discussioni’ (per usare un eufemismo) tra i maggiorenti del partito, che per alcuni giorni si sono chiusi in una stanza d’albergo per decidere segretario, e organigrammi, ma senza che nessuno mai intervenisse su questo, nel luogo deputato a farlo: il congresso. Eppure in quei giorni c’erano stati arresti nel settore dei rifiuti che vedeva coinvolti imprenditori accusati di essere i referenti del clan dei casalesi e iscritti ai Ds. Forse in quella sede era il caso di parlarne. Niente. Silenzio assoluto, come se la cosa non riguardasse il partito. Tutti a discutere di organigrammi, di alleanze, di delegati, di Enti strumentali. Una guerra per bande. Me ne sono vergognato. In questo partito è sospesa anche la democrazia, come vedi. L’unico momento in cui si decideva la linea politica, le strategie, le alleanze, viene a mancare, non si sa in nome di chi e di che cosa. O meglio, si sa: per conservare il potere di una oligarchia autorefenziale che è disposta a fare anche ‘patti col diavolo’”. Infine, il caso Brancaccio: “I fatti di questi giorni hanno fatto il resto. Qualcuno, evidentemente, ha abusato anche della mia buona fede. Ma io non ci sto. Non ci sto a fare patti col diavolo. Non ci sto dover mettere la mia faccia, con la mia piccola e umile storia personale, per dare la possibilità a poche persone di fare i loro interessi e non quelli delle persone e dei cittadini che rappresentano. Non ci sto e voglio dirlo ad alta voce e perciò mi autosospendo dai Democratici di Sinistra, congelando anche la mia adesione al Partito Democratico, perché se queste sono le basi su cui deve nascere il nuovo partito, anche in questo caso, io non ci sto”.