ROMA. Il ministro della Salute Livia Turco ha proposto al collega ministro dell’Istruzione Giuseppe Fioroni ispezioni dei Nas a tappeto nelle scuole italiane per arginare l’allarme droga, soprattutto per quanto riguarda lo spaccio, tra gli studenti di licei e istituti tecnici italiani.
Allarme che desta sempre più preoccupazione dopo che lo scorso 16 maggio un ragazzo di 15anni è morto in classe per un malore: all’intervallo avrebbe fumato con alcuni compagni uno spinello nel quale, si teme, sia stata inserita una sostanza altamente tossica. Allarme sorto anche per la vicenda del preside di un liceo di Torino che, con una lettera, ha chiesto ai carabinieri di fare un sopralluogo nella scuola: alcuni dei suoi alunni erano stati male e temeva facessero uso di sostanze stupefacenti. Timori fondati, perchè durante il blitz un ragazzo e stato scoperto mentre si preparava uno spinello e in un sottoscala sono stati trovati cinque dosi di hashish. Allo stesso tempo, però, la Turco ha allargato la sua analisi alle leggi attualmente in vigore, invitando a distinguere fra droghe leggere e pesanti. “Bisogna essere contro tutte le droghe. Qualcuno si metta bene in testa che non esiste solo lo spinello. E’ sbagliato criminalizzare lo spinello e non fare una distinzione tra la gravità delle droghe. E’ un’ulteriore confermadi come questa legge vada assolutamente modificata”, ha detto il ministro. Delle parole che hanno suscitato reazioni dal mondo politico.
Dal centrodestra, il leader dell’Udc, Pierferdinando Casini, ha commentato: “Il governo deve schiarirsi le idee. Se c’è una svolta rigorista siamo disponibili a lavorare con il governo ma nonè possibile un giorno elevare la soglia di cannabis consentita e il giorno dopo proporre le ispezioni nelle scuole”. Ben più duro il capogruppo Udc alla Camera, Luca Volontè, “sono gli incredibili effetti voluti dall’annuncio elettoralistico di un ministro da sempre paladino del ‘libero cannabis’. Verdi, Radicali e Comunisti si plachino, le parole della Turco non avranno purtroppo nessun seguito. La paladina del cannabis libero dovrebbe dimettersi per il suo malesempio e il palese aiuto ancora una volta dato a spacciatori e consumatori”. Ironico Francesco Storace di An: “E’ facilmente intuibile che cosa sarebbe accaduto nel Paese se la proposta Turco di inviare i Nas nelle scuole a caccia di droga l’avesse fatta il centrodestra. Comunque, il ministro della Salute ha il merito di aver scoperto la verità: la droga fa male!”. Per l’altro alleanzino Maurizio Gasparri, “la Turco è veramente una persona tempestiva. Bisognerà informarla che tra qualche giorno le scuole chiudono. Dove li farà questi controlli?”. Scetticismo anche dal centrosinistra. “Il proibizionismo, alcuni ritengono,è la politica che si deve seguire su questo fronte. Peccato che chi come noi ha a cuore lo stato di diritto come la sicurezza pensi a uno strumento diverso, per esempio la legalizzazione. E’ un problema di metodi, magari per arrivare magari a uno stesso fine. Ma l’idea dei carabinieri nelle scuole mi sembra francamente strampalata”, ha detto il ministro del Commercio con l’Estero Emma Bonino. “E’ giusto che il governo si preoccupi di assumere iniziative contro l’uso di stupefacenti nelle scuole. Occorre però saggezza, intelligenza e attenzione a questo problema”, afferma il segretario dei Ds Piero Fassino. “E’ necessario – continua – assumere iniziative per contrastare il fenomeno della droga. Servono strumenti che convincano i giovani a non fare questa scelta. Gli esperti sceglieranno quelli più adatti. Non possiamo non vedere cheè in crescita l’uso delle sostanze dopanti e tossiche e che c’è un abbassamento dell’età di accesso a queste sostanze. Questo preoccupa giustamente molto le famiglie”. Ma il ministro Turco, in una intervista a La Stampa ribatte: “Non c’è nessuna contraddizione tra “raddoppiare la quantità massima di cannabis consentita per uso personale e mandare i Nas nelle scuole per verificare che i ragazzi non assumano droga. Depenalizzare il consumo e vigilare che nelle scuole non circoli la droga rientrano nella stessa strategia. La linea proibizionista della legge Fini-Giovanardi è fallita, perciò bisogna educare i ragazzi a rifiutare tutte le sostanze in quanto pericolose e dannose”.