Conflitto di interesse: l’assessore De Chiara risponde a De Rosa

di Redazione

Nicola De ChiaraAVERSA. Il signor Luca De Rosa non meriterebbe alcuna risposta. Ma mi trovo costretto a rispondergli per evitare che un mio silenzio possa apparire come un tacito assenso alle accuse rivoltemi. Ad ogni modo ho già dato mandato ai miei legali di verificare se ci sono gli estremi di diffamazione e di adire le vie legali in caso affermativo.

Andiamo con ordine. Nella gerenza della rivista «Nero su Bianco» è riportato, in primis, il nome del direttore responsabile, Salvatore Pizzo, seguito dal suo cellulare personale e dalla sua e-mail. Vi è poi il nome del garante dei lettori, Franco Terracciano, di ideologia politica manifestamente diversa da quella del sottoscritto. La gerenza, dopo gli altri dati obbligatori per legge, si chiude con un numero di cellulare che è quello della redazione e serve anche per permettere di essere contattati per la pubblicità. Non vi sono altre indicazioni. Ma con ciò non voglio nascondere il fatto che del periodico sono stato tra i fondatori e sono il presidente dell’Associazione Culturale che tuttora lo edita. Credo che sia questa la dimostrazione che non ho mai avuto nulla da nascondere. Il 10 luglio del 2003, a seguito della nomina a Commissario cittadino del Partito Democratico Cristiano, mi sono dimesso da direttore responsabile per continuare a garantire un’informazione imparziale e super partes. Avrei potuto nascondere anche la mia veste di editore ma sono abituato a fare le cose alla luce del sole.

La politica editoriale è affidata al direttore responsabile, Salvatore Pizzo, la cui storia professionale dimostra essere una persona difficilmente influenzabile. Per nostra fortuna e per sfortuna del signor De Rosa i nostri sponsor di riferimento sono ancora quelli della prima ora, che hanno avuto fiducia nel nostro progetto confermandocela negli anni. Non abbiamo agenti pubblicitari che girano né un assessore comunale nelle vesti di procacciatore. Le nuove sponsorizzazioni sono state il frutto di contatti spontanei da parte degli interessati.

Luca De Rosa Il nostro è un foglio consolidato che ha attraversato indenne quattro amministrazioni comunali di colore diverso, dimostrando di essersi conquistato un mercato di lettori e di sponsor grazie anche all’imparzialità e alla libertà di espressione concessa ad ogni nostro collaboratore (la cui maggioranza, per inciso, ha una storia o una simpatia dichiarata per la coalizione a noi oggi avversa). Per questi motivi, al posto di De Rosa mi preoccuperei di più di quei giornali-meteora, chiaramente targati e che compaiono, specialmente nella sua parte politica, alla vigilia di ogni tornata elettorale. Sarebbe davvero interessante conoscere la provenienza dei fondi necessari e i veri nomi dei responsabili della politica editoriale. E’ vero o non è vero, illustre De Rosa, che nel giro di due anni, gli ultimi per l’esattezza o giù di lì, sono nati ben tre fogli controllati o guidati da diretti congiunti e/o da amici di merenda di personaggi di primo piano della sua parte politica in cerca di posti al sole nelle imminenti elezioni? Per favore, non si erga a moralista su questi temi nei miei confronti. La mia storia giornalistica, come lei ben sa, è nata tra i banchi di un giornale chiaramente di parte che ha fatto la fortuna sua (si fa per dire!) e di tanti pseudo politici aversani. Se avessi voluto sarei stato davvero in condizione di licenziare la gran cassa dell’Amministrazione nella quale milito, ma in questo caso sarei stato un pessimo editore, riducendo il mio giornale alla stregua di qualcuno di quelli di cui sopra, che finiscono di essere quando si esauriscono i fondi stanziati in partenza.

Come mai non si preoccupò che il giornale in questione potesse diventare «strumento surrettizio di battaglia politica» quando, il 29 agosto del 2000 con delibera di Giunta di centrosinistra, fui incaricato responsabile della comunicazione del Comune di Aversa? Come mai non si è mai preoccupato di non telefonarmi o di non interpellarmi personalmente quando ha avuto bisogno di uscire su «Nero su Bianco»? Il «giornalaccio» a cui fanno riferimenti tanti suoi amici di merenda non ha mai censurato alcuna vostra richiesta o vostro intervento, a differenza di quanto messo in atto dai giornali/meteora che hanno solo denigrato l’Amministrazione Ciaramella senza mai dare spazio a qualche sua lodevole iniziativa.

Per finire, in merito all’illazione che fa sulla tipografia che stampa «Nero su Bianco», avrebbe forse fatto meglio a consultare qualche consigliere comunale uscente di opposizione. Sarebbe stato informato che i libri editi dal mio Assessorato sono stati stampati da tipografie e da case editrici diverse e che quando l’azienda di cui mi servo per la stampa del giornale ha stampato pubblicazioni edite dal Comune lo ha fatto dopo aver vinto regolare gara.

Avrei preferito essere messo in discussione per il mio operato amministrativo. Non fugga il confronto, illustre De Rosa, visto che ha avuto la fortuna di essere assessore comunale. La ricordo assessore all’igiene urbana incapace di opporsi al progetto di realizzazione della famigerata società mista pubblico-privata per la raccolta dei rifiuti in città e di cui il sindaco Ciaramella conosce a perfezione tutti gli atti. Un affare milionario (non certamente per i contribuenti aversani) che l’onesto sindaco Golia manderà poi alle ortiche e che, dando inizio alla sua insofferenza per un certo tipo di politica, lo porterà alle inevitabili dimissioni. Ma mi aiuti a ricordare anche le cose positive che l’hanno vista protagonista nelle vesti di amministratore. E se si sentisse insoddisfatto dei suoi trascorsi assessoriali, potrebbe ancora recuperare terreno agli occhi dei suoi concittadini, facendosi interprete di una politica propositiva, mettendo in campo idee e progetti che ci aiutino ad assolvere al meglio il nostro dovere, senza limitarsi a spargere veleni e illazioni.

Dispiace da cittadino e da politico constatare che il centrosinistra continua a utilizzare quei metodi stalinisti che l’hanno praticamente distrutto, mirando con tutti i mezzi possibili e immaginabili solo alla demonizzazione degli avversari. La cosa grave è che questo accade anche quando lo stesso centrosinistra è nel fango fino alla testa per gravi, gravissimi episodi di malaffare all’attenzione della magistratura e che hanno portato anche all’emissione di provvedimenti cautelativi. A De Rosa voglio perciò consigliare di smettere i panni del moralista, badando seriamente alla ricostruzione del centrosinistra aversano allo stato di fatto delegittimato, diviso, fatto di uomini, ominicchi e mezze figure che a stento riescono ad ottenere il consenso di qualche familiare. C’è bisogno anche del suo contributo e della sua onestà.

Senza rancore.

dott. Nicola De Chiara
Assessore alla Cultura di Aversa

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