AVERSA. L’Asl Ce 2 è stata obbligata ad erogare un farmaco costosissimo (una confezione 2190 euro), gratuitamente, per un intero ciclo di cura (sei mesi) in favore di un minorenne V. R. di appena 3 anni colpito da una grave forma di encefalopatia.
Il farmaco in questione, il Valganciclovir, è stato prescritto da Giovanni Nigro, direttore della Clinica Pediatrica dell’Università degli studi dell’Aquila, come unico rimedio capace di bloccare gli effetti degenerativi della malattia. Il medicinale tuttavia non è contemplato nel prontuario terapeutico autorizzato in relazione al tipo di patologia di cui soffre il piccolo paziente. Il ricorso presentato dai genitori del bimbo rappresentati dall’avvocato Antonio Sciaudone è stato accolto con ordinanza da Agnese Margarita, giudice della sezione distaccata di Aversa del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. È stato affermato il diritto alla libertà di cura del medico e i principi costituzionali alla tutela della salute e a un livello di vita decoroso della persona. Il provvedimento è stato adottato ai sensi della legge 23 dicembre 1996 n.648. La documentazione sanitaria esibita e il parere del consulente tecnico d’ufficio Alfredo Guarino, specialista in Infettivologia Pediatrica presso l’Università Federico II di Napoli, hanno attestato infatti le risposte cliniche «non chiare» ottenute con terapie tradizionali. Due i capisaldi della motivazione: la libertà di cura del medico troverebbe limite nel decreto legge 23/1998 che subordina l’impiego del farmaco a saggi apparsi su pubblicazioni scientifiche accreditate in campo internazionale ma – argomenta il giudice – «ciò appare di assai dubbia legittimità perché comprime la valutazione del medico ad opinioni estranee al caso concreto»; sull’altro versante «i diritti di libertà individuale devono far ritenere che l’ammalato possa decidere della propria situazione».
Il Mattino (SILVESTRO MONTANARO)