AVERSA. La sala operatoria dell’ostetricia e ginecologia chiude agli interventi di elezione, funzionerà solo per le urgenze. Chi avrà necessità di sottoporsi ai interventi programmati dovrà aspettare che arrivi settembre anche se ha già effettuato gli esami pre-operatori in regime di pre-ricovero.
A meno che non accetti di essere operato in “trasferta” presso un altro ospedale dell’azienda sanitaria dove il problema è meno sentito. E’ questa la prima conseguenza della carenza di personale paramedico del San Giuseppe Moscati segnalata da tempo dalle organizzazioni sindacali dell’azienda che, quarantotto ore fa, speravano di trovare soluzione a un problema che interessa l’intero nosocomio attraverso un confronto chiesto, senza successo, al direttore sanitario del presidio Antonella Molese. Così alle difficoltà in cui verserebbe il pronto soccorso, da mesi in sofferenza per carenza di personale, medico e paramedico, dove si paventa un’estate al cardiopalmo in fatto di continuità di assistenza, da lunedì si aggiungerà lo stop all’attività di sala operatoria programmata per la ginecologia. Uno stop che, ripetiamo, impedirà solo di effettuare interventi di elezione, quindi non urgenti né indifferibili, senza incidere sull’attività di urgenza-emergenza ma che comunque produrrà danni. “Sia all’Azienda sia alle pazienti. Perché – spiega un sanitario della divisione – mentre le pazienti, dopo aver sopportato lo stress della preparazione, anche psicologica, a un intervento a cui dovevano sottoporsi nei prossimi giorni, devono sopportare lo stress di una nuova attesa che durerà almeno due mesi, venendone informate, praticamente, un minuto prima del ricovero vero e proprio, l’Azienda Sanitaria potrebbe dover pagare di tasca gli esami pre-operatori delle pazienti che saranno costrette rinviare l’intervento visto che erano già stati effettuati e dopo due mesi vanno certamente ripetuti per essere ritenuti significativi”. “Ne segue – osserva il sanitario – che considerando che erano state sottoposte ai controlli pre-operatori alcune decine di pazienti, al danno di un servizio di ostetricia-ginecologia funzionate a metà si potrebbe aggiungere la beffa di un esborso economico da parte dell’Azienda che non vedrebbe coperte dai rimborsi regionali le spese fatte per la preparazione delle pazienti”. “Logicamente in queste condizioni di aprire il nuovo reparto, che è pronto da fine novembre, nemmeno a parlarne”, conclude il medico.