AVERSA. Sono trentadue in media, ogni giorno, i fermi amministrativi di motocicli eseguiti dalla polizia municipale: nella stragrande maggioranza dei casi all’origine del provvedimento che prevede, oltre alla sanzione pecuniaria il sequestro temporaneo del libretto, il mancato uso del casco.
Nonostante le campagne di sensibilizzazione, lo scorso anno, quando erano in vigore le vecchie regole del codice della strada che prevedevano confisca e sequestro del motorino erano stati quattromila i centauri fermati. È raro vedere qualche centauro con il casco regolarmente allacciato, impressione che si acuisce regolarmente durante il fine settimana quando aumenta il numero dei ragazzi in strada e il primo obiettivo, in barba a casco e sicurezza è, farsi notare. «Eppure l’azione di repressione non manca – dice Gino Della Valle, assessore alleanzino al ramo – i vigili urbani, nonostante le croniche carenze di personale, si stanno attivando molto. In questo periodo vengono svolte turnazioni per realizzare ogni giorno, mattina e pomeriggio, posti di blocco in diversi punti della città». Sul fronte dell’educazione stradale c’è ancora molto lavoro da fare. Quest’anno, solo due istituti superiori aversani hanno risposto all’appello del nuovo comandante, Stefano Guarino, per realizzare una campagna di sensibilizzazione sulla sicurezza stradale. «La nostra intenzione – continua Della Valle – è insistere e continuare a stare vicini ai dirigenti ma certo non possiamo imporci. In ogni caso stiamo elaborando un progetto da realizzare proprio con i fondi ricavati dalle multe, come prevede il codice della strada, per attrezzare un’area standard comunale con semafori, segnali stradali, stalli di sosta, per insegnare ai bambini l’educazione stradale». Ma in merito ai proventi delle multe, le notizie non sono molto confortanti. Per l’assessore si è «nella media regionale». Solo nel sessanta per cento dei casi le multe vengono pagate regolarmente. Per il resto è necessario l’intervento della Gest line e in molti casi la multa non viene mai pagata. Oltre il danno la beffa, che ricade sulla comunità considerato che la metà degli introiti va al Comune e la restante viene utilizzata per il miglioramento del servizio di controllo: dall’acquisto di nuove auto per i vigili a quello di telecamere per la videosorveglianza e di dissuasori.
Il Mattino (ANNA SGUEGLIA)