Maddaloni: Ho partorito da sola in bagno

di Redazione

CarabinieriMADDALONI. Il day after del macabro ritrovamento del neonato in un cassonetto dei rifiuti è quello del dolore, della commozione e della preghiera per la comunità di via Cancello. Nella parrocchia di Santa Sofia, dove nella serata di venerdì si sono raccolti tantissimi fedeli attorno a don Matteo Coppola per commentare increduli l’accaduto, non si pensa ad altro.

clinica San MicheleTanto che, ieri mattina, il padre spirituale delle 2500 anime che abitano nella periferia più dimenticata di Maddaloni si è recato prima al comando dei carabinieri e poi dalla famiglia di Maria Rosaria Grieco, la 23enne accusata di infanticidio, per ricevere il consenso e poter così officiare il rito funebre del piccolo Emanuele. È questo, infatti, il nome che don Matteo insieme ai suoi parrocchiani ha deciso di dare alla creatura travolta appena nata da un destino terribile e crudele, uccisa dall’ignoranza della stessa madre che inspiegabilmente nell’era di internet e della globalizzazione non ha compreso quanta ricchezza aveva messo al mondo. Un nome scelto non a caso. In ebraico, la lingua sacra delle Scritture, significa «Dio è con noi», quasi una preghiera implicita rivolta al Signore, per chiedere perdono per un’offesa così atroce. I genitori di Maria Rosaria si sono completamente affidati al parroco mentre in casa si respirava ancora un’aria di confuso sconcerto. Massima disponibilità è stata espressa dal sindaco di Maddaloni, Michele Farina, che ha dichiarato: «Dopo la tragedia dei due ragazzi morti solo pochi giorni fa in un incidente sulla statale Appia, con questa ennesima disgrazia non si può dire che questi siano i giorni migliori per Maddaloni. Come amministrazione comunale siamo pronti a sostenere in ogni modo questa iniziativa di don Matteo, dando un giusto funerale e una dignitosa sepoltura a questa anima innocente». Si attende ora la risposta per l’autorizzazione dal sostituto procuratore della procura di Santa Maria Capua Vetere, Alessandro D’Alessio, a cui è stata affidata il coordinamento delle indagini. Probabilmente le esequie saranno celebrate martedì, il giorno seguente all’esame autoptico disposto dal magistrato per ricostruire le reali modalità della morte del neonato. Intanto, Maria Rosaria Grieco resta ancora piantonata dai carabinieri in una stanza della clinica di San Michele, dove è stata sottoposta ad un intervento chirurgico a causa di quella violenta emorragia che venerdì pomeriggio ha insospettito i medici tanto da indurli ad allertare la vicina stazione dell’Arma, quando ancora nulla era stato scoperto. Ma al vaglio degli investigatori c’è tuttora la difficile ricostruzione delle varie fasi dell’accaduto. La giovane, infatti, nelle sue ammissioni ha riferito agli inquirenti di «aver partorito da sola nel bagno dell’abitazione alle prime luci dell’alba senza alcun aiuto da parte dei familiari» e di essere riuscita a nascondere la gravidanza sino al parto, restando vaga anche sul particolare di come il neonato abbia perso la vita. Una tesi discutibile viste le dimensioni ridotte degli ambienti della casa in cui la famiglia vive e, soprattutto, controversa di fronte al fatto che la 23enne dormiva da sempre in una branda nella stessa camera da letto dei genitori.

Il Mattino (RICCARDO STRAVINO)

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