CAMPANIA. “Cernobyl”. Questo è il nome della vasta operazione condotta dal pm della procura di Santa Maria Capua Vetere, Donato Ceglie, che ha portato a 38 provvedimenti di fermo per l’illecito smaltimento di rifiuti.
L’indagine, avviata circa due anni fa, ha consentito di far luce su una organizzazione criminale che smaltiva illecitamente i fanghi da depurazione provenienti da alcuni impianti di depurazione ubicati ed operanti nella provincia di Napoli e di Caserta. I fanghi per la maggior parte erano abbandonati in terreni agricoli e corsi d’acqua, oppure sversati nel fondo di ignari contadini. Le aziende coinvolte sono quattro: la So.ri.eco srl di Castel Nuovo di Conza, Fra.ma. sas di Ceppaloni, Agizza srl di Napoli e Naturambiente di Castelvolturno. Il giro d’affari è stimato in circa 7,5 milioni di euro, e per le stesse aziende è stato disposto dalla magistratura il sequestro dell’impianto. Le accuse contestate agli indagati sono di associazione per delinquere, traffico illecito di rifiuti speciali, disastro ambientale, truffa aggravata e frode nelle forniture. Il pm Ceglie, durante la conferenza stampa, ha commentato: “È una delle più grandi operazioni contro lo smaltimento illecito di rifiuti speciali e pericolosi”. Un duro colpo, quindi, alla criminalità organizzata, che testimonia la sempre più intensa presenza dello Stato in Campania.