PERUGIA. È vero che, con il caldo di questi giorni, la voglia di lavorare passa proprio a tutti. Ma quella ordita ai danni dell’ospedale di Perugia è una vera e propria truffa.
È stata scoperta dai Nas, ed ha visto coinvolti dodici tra medici, infermieri, personale tecnico e amministrativo dell’ospedale “Santa Maria della Misericordia” di Perugia. Dieci di questi sono finiti in manette, mentre altri due sono agli arresti domiciliari. Eludevano le normali procedure di lavoro, affidando a terzi i loro rispettivi badge elettronici, che venivano regolarmente marcati dai terzi stessi. Mentre loro, i lavoratori regolari (che tanto regolari non erano) percepivano un regolare stipendio, ma facevano tutt’altro: impegni personali, faccende domestiche, tutto meno che lavorare. Sono accusati di falso in atto pubblico e di truffa aggravata. L’Azienda ospedaliera di Perugia ha sospeso tutti e dodici gli arrestati, mentre riguardo agli altri 68 indagati, denunciati a piede libero, si riserverà di agire nella tutela della propria immagine. “Tuteleremo la nostra immagine in ogni sede“, ha detto Walter Orlandi, direttore generale dell’ospedale. “E’ stata lesa la nostra immagine”.
L’indagine rappresenta la prosecuzione di un’altra indagine avviata nell’inverno scorso: proprio a partire da quel periodo, infatti, la truffa andava avanti. E già nello scorso autunno c’erano stati, sempre per i medesimi reati, arresti in tal senso. I carabinieri hanno scoperto la truffa partendo dall’anomalia registrata nell’atteggiamento di un caposala, il quale ripetutamente si assentava dal servizio. È proseguita, poi, attraverso l’intercettazione dei cellulari degli indagati, e la registrazione, con una piccola videocamera, dei movimenti effettuati dinanzi agli orologi marcatempo. Grazie a questa operazione, è stata fermata una delle operazioni più consistenti, in ordine all’assenteismo nelle aziende pubbliche italiane.