ORTA DI ATELLA. Il Tribunale della Libertà di Napoli rigetta l’appello della Procura che chiedeva di nuovo l’arresto del consigliere regionale Angelo Brancaccio.
Il Riesame ha respinto quindi il ricordo presentato dai due sostituti procuratori Alessandro Cimmino e Luigi Landolfi che lo scorso 28 giugno avevano discusso l’appello del provvedimento restrittivo del politico ortese da parte del gip Paola Piccirillo, che non aveva ritenuto sussistenti gravi indizi di colpevolezza per alcuni capi di imputazione contenuti nella prima ordinanza. La dottoressa Piccirillo firmò il provvedimento cautelare, poi eseguito all’alba dell’8 maggio, nei confronti di Brancaccio per i reati di estorsione, falso, peculato, mentre respinse la richiesta di arresto per l’ipotesi di associazione a delinquere e per induzione alla prostituzione. I due pm hanno fatto appello al tribunale del Riesame, ritenendo sussistenti i gravi indizi di colpevolezza anche per il reato associativo, ritenendo che la commissione dei reati rientrasse in un disegno più ampio ed articolato. L’udienza era stata inizialmente fissata per il 20 giugno davanti all’ottava sezione in sede di appello, poi rinviata per l’astensione dei penalisti al 28 giugno. Come è noto il Tribunale della Libertà ha sostituito la detenzione in carcere con quella ai domiciliari per le contestazioni ritenute fondate nella prima ordinanza del gip. Mentre per la seconda ordinanza restrittiva, per i reati di corruzione e calunnia, è stato lo stesso gip a concedere i domiciliari a Brancaccio in seguito all’istanza presentata dai due difensori, gli avvocati Michele Basile e Maurizio Abbate. Anche in caso di accoglimento del ricorso della Procura da parte del Riesame in sede di appello, Brancaccio non avrebbe comunque corso il rischio di una nuova detenzione in carcere, in quando il ricorso in Cassazione avrebbe bloccato l’esecuzione del provvedimento. La decisione del gip Piccirillo (circa l’assenza di un’associazione a delinquere), corroborata dal Tribunale della Libertà di Napoli, costituisce 7un buon viatico per la difesa che potrà concentrare le sue energie sugli altri capi d’imputazione. Nel blitz, in manette, insieme a Brancaccio, finirono lo scorso 8 maggio Castrese Rennella, poliziotto 42enne di Trentola Ducenta in servizio alla Procura del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Nicola Iovinella, geometra di Orta, consulente esterno dello stesso Comune, e Antonio D’Ambra, imprenditore di Orta, 36 anni. Nei confronti di quest’ultimo il Riesame ha confermato la misura restrittiva in carcere. Successivamente il gip, su istanza dei difensori, gli avvocati Vittorio Giaquinto e Bernardino Lombardi, ha concesso la misura dei domiciliari. Hanno ottenuto il beneficio dei domiciliari, sin dall’inizio, Nicola Arena, 52 anni, anch’egli geometra ortese e consulente esterno del Comune, e Ragozzino, difeso dagli avvocati Abbate e Iannotti.
dalla Gazzetta di Caserta, martedì 17.07.07 (di Giovanni Maria Mascia)