Alternativa: “La maggioranza ha violato il regolamento consiliare”

di Redazione

Giuseppe SavoiaSANT’ARPINO. “I consiglieri comunali del gruppo “Uniti per l’Alternativa” D’Antonio, D’Antonio Felice, Di Santo Eugenio, Pacciarelli Giovanni, Plazza Alberto, Zullo Aldo, tutti facenti parte del gruppo consiliare “Uniti per l’Alternativa”, in relazione alla convocazione del consiglio comunale del 20 luglio 2007…

premesso che il giorno 18 luglio 2007 alle ore 10,00 il consigliere Di Santo si è presentato nell’ufficio del vice segretario per prendere visione degli atti posti all’O.d.g. del consiglio comunale;

che come risulta dal verbale allegato alla presente, erano state regolarmente predisposte solo 5 delle 9 proposte di deliberazione;

che l’articolo 18 comma 01 del vigente regolamento del consiglio comunale, tassativamente dispone, che le proposte di deliberazione e gli atti relativi ad ogni argomento posto all’ordine del giorno del consiglio comunale, devono essere depositati tre giorni prima della seduta solo presso la segreteria comunale;

che le proposte di deliberazione che erano nella disponibilità dei consiglieri comunali, in tempo utile per la discussione, sono contenute nel verbale di accertamento firmato dal consigliere Di Santo e dal vicesegretario comunale;

che il vicesegretario comunale, presente alla seduta in sostituzione del segretario comunale nonostante la precisa e puntuale diffida, presentata in apertura dei lavori; dichiarava che bastavano 2 giorni e non 3 per il deposito degli atti presso la segreteria comunale, per cui il presidente del consiglio comunale disponeva la prosecuzione dei lavori;

che tale dichiarazione del vicesegretario comunale, alla luce di quanto disposto dall’articolo 18 comma 01 del vigente regolamento del consiglio comunale, risulta palesemente errata e fuorviante, in quanto ha indotto il consiglio comunale a proseguire nella trattazione dell’ordine del giorno e nella successiva approvazione dei punti non predisposti nei tempi previsti dal vigente regolamento; che l’errato parere può essere frutto di una piccola amnesia, che può capitare a tutti, ma palesemente mina la legittimità degli atti approvati.

Per questi motivi, tutto ciò premesso, gli scriventi chiedono la convocazione ad horas del Consiglio Comunale, per revocare le delibere illegittimamente discusse ed approvate, in mancanza si vedranno costretti ad attivare tutte le iniziative anche di carattere amministrativo e giudiziario.

Diffidano, inoltre, la segreteria comunale nel dar corso amministrativo agli atti illegittimamente approvati”.

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