Savoia risponde alle accuse della minoranza sull’ultima assise

di Redazione

Savoia con la sua maggioranzaSANT’ARPINO. “Dalle scene delle Fabulae Atellanae alla sala del consiglio comunale. Sono passati oltre duemila anni, ma sembra ieri. E a S.Arpino si rivivono, in chiave moderna, i tempi gloriosi dell’antica Atella.

Effettivamente siamo tutti figli di Atella e ciascuno di noi conserva nel proprio DNA i geni della commedia, della farsa, della sceneggiata a tutti i costi. I Consiglieri Comunali di minoranza hanno ormai trasformato il civico consesso in un palcoscenico dove, in vesti di degni discendenti delle note maschere atellane, danno vita a farsesche rappresentazioni teatrali. Peccato che non suscitino grande interesse nel pubblico (!?) attento alle vicende serie del paese e che, comunque, appaiono del tutto sterili nel descritto contesto. L’ultimo atto è andato in scena nel corso del consiglio comunale del 20 luglio scorso, quando la principale maschera dell’opposizione si è presentata nella sala consiliare (rectius: sul palcoscenico) per recitare un manoscritto o forse una Savoia con la sua maggioranzadissertazione di altissimo profilo giuridico-istituzionale, finalizzata, ovviamente nell’esclusivo interesse della cittadinanza, a precisare se gli atti deliberativi fossero stati pronti 36 ore prima (come da Regolamento) o 48 ore prima (come da Statuto) del consiglio, se si trovassero tutti nell’ufficio del Segretario (come da Regolamento) o in quello di Presidenza (come da Statuto) o anche in tutti e due o altra stanza ancora. Non importava se la sede comunale è comunque unica né se i consiglieri sono 20 e hanno tutti eguale diritto di visionare gli atti. Molto più importante per il consigliere Di Santo era creare i presupposti per una nuova rappresentazione teatrale, rimessa al genio e alla vena artistica, senza offesa, del suo Capogruppo. Ebbene, noi dell’Amministrazione Comunale, non possiamo fare a meno, per dovere istituzionale, di chiedere al consigliere Di Santo Eugenio e ai suoi amici di cordata di riporre la maschera nel cassetto ricordando loro che:

Ø gli atti del consiglio comunale erano tutti regolarmente pronti fin dal 17.07.2007;

Ø tale circostanza ha trovato conferma nel verbale del 18.07.2007 che lo stesso consigliere Di Santo ha sottoscritto col Vicesegretario;

Ø nella mattinata del 18 luglio il consigliere Di Santo nel prendere atto che nella stanza del Vicesegretario fossero “fisicamente” presenti 5 proposte deliberative, è stato altresì notiziato che le altre 4 erano in altra stanza dello stesso Comune di S.Arpino;

Ø nella mattinata del 18 luglio il consigliere Di Santo, rifiutandosi di aspettare solo pochi minuti per lo spostamento “fisico” da una stanza ad altra delle altre 4 delibere per impellenti impegni personali, richiedeva verbalmente il rilascio di copia di tutte e 9 le delibere in modo da pater avere cognizione degli argomenti in discussione;

Ø nella medesima giornata del 18 luglio il Vicesegretario, sebbene l’art. 18 del Regolamento che Di Santo invoca sovente attribuisce ai consiglieri la sola possibilità di visionare gli atti al Comune e per giunta nell’orario di ufficio, trasmetteva al Di Santo copia di tutti gli atti del consiglio, e ciò 48 ore prima del Consiglio Comunale stesso;

Ø nella giornata di venerdì 20 luglio il palcoscenico della sala consiliare registrava l’assenza del consigliere Di Santo che, dopo attenta lettura degli atti in suo possesso, rimetteva nelle mani del Capogruppo di “Uniti per l’Alternativa” la recita del solito copione.

Caro consigliere Di Santo, la commedia è un arte e chi la pratica, al pari di chi svolge il ruolo di consigliere comunale, deve farlo con spirito di sacrificio e portando al pubblico, alla gente, un messaggio serio, concreto, di crescita e di sviluppo. Gli sterili e demagogici formalismi sono ben altra cosa…”.

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