AVERSA. Il consigliere regionale di Forza Italia Giuseppe Sagliocco mette alle corde Bassolino e Montemarano sull’emergenza rifiuti. Non si è fatta attendere nel corso dell’ultimo consiglio regionale la replica dell’azzurro rispetto agli interventi dell’assessore alla sanità ed alle rassicurazioni del Governatore.
A fronte degli studi scientifici contrastanti e delle indagini sul territorio garantite dall’assessore Montemarano, Sagliocco ha sottolineato come la politica sia ora chiamata ad assumere decisioni serie e coerenti in merito alle possibili soluzioni da adottare nell’immediato. “Rispetto a quanto asseriva Montemarano in merito a interrogazioni presentate già tempo addietrodal sottoscritto e rispetto alle quali si negava qualsiasi nesso causa effetto tra questione epidemiologica e questione rifiuti, sulla scorta di un ennesimo attuale studio si dovrebbe ammettere, ora, che le cose stanno ben diversamente. In particolare, come lo stesso consigliere della Sinistra democratica, Angelo Giusto ha avuto modo di rimarcare, ben otto tumori su dieci hanno origini verosimilmente ancorate al dato epidemiologico e vanno, pertanto, visti come la conseguenza del mancato ciclo integrato dei rifiuti. Vorrei – ha incalzato Sagliocco – che, da questa riunione del Consiglio regionale, venissimo fuori in maniera netta con delle idee in virtù delle quali i cittadini del nostro territorio possano avere la certezza di non doversi ammalare più. La relazione di Montemarano al di là dell’ offrire un resoconto, per quanto dettagliato, di fatti , circostanze e studi contraddittori, non perviene ad alcuna conclusione sul da farsi. Insomma, – ha proseguito il forzista – sembra che si tratti di questioni virtuali, mentre la dura realtà è per le strade di questa nostra regione. Abbiamo prodotto il disastro perché già in partenza non si erano determinate le condizioni per il corretto svolgimento del ciclo integrato dei rifiuti, per non parlare delle anomalie, per non dire scelleratezze, che vedono ad oggi il susseguirsi di pratiche malsane come smaltire sottoprodotti di rifiuti negli impianti di depurazione come è accaduto in zona Regi Lagni. Diventa poco credibile sia il Presidente della Giunta regionale sia il Consiglio regionale nel momento in cui ci si ferma al mero dibattito dinanzi ad una situazione dai tratti, invece,così allarmanti. Fra l’altro, se la popolazione spesso è scesa in campo a protestare è proprio perché ha avuto la percezione di una gestione della problematica da parte delle autorità approssimativa e dissennata. Irriguardoso, è poi il trattamento ricevuto dalla provincia di Caserta e dall’Agro Aversano soprattutto. Nella zona fra l’Agro e l’area a nord di Napoli insistono ben 12- 13 impianti legati allo sversamento , tra quelli dismessi , quelli riattivati e quelli in previsione di bonifica e nella stessa area diverse sono le zone a rischio diossina. Il tutto poi esaspera una situazione di già forte impatto ambientale causa anche la presenza di due centrali termoelettriche, oltre al più grande impianto idroelettrico d’Europa e ricordiamo che una terza centrale termoelettrica in provincia non è stata realizzata solo perché doveva essere ubicata in Orta di Atella. Intanto, dal ‘Rapporto sulla mortalità in Campania negli anni 1982-2001’, pubblicato a cura della Regione nel marzo 2005, apprendiamo come l’area della provincia di Caserta sia quella nella regione con i più alti parametri di mortalità e di incidenza di patologie gravi. All’interno della stessa provincia, inoltre, lo stesso rapporto indica i comuni rientranti nell’ambito dell’Asl ce2(Aversa, Gricignano,Lusciano, Parete, S.Marcellino, Trentola Ducenta ecc.. )come comuni che presentano una situazione ancora più grave rispetto all’ambito territoriale Asl ce1. Su queste cose ,- ha concluso il consigliere–