Lettera aperta al Presidente della Commissione Antimafia

di Redazione

Francesco Forgione, Presidente della Commissione Nazionale AntimafiaCASALNUOVO (Napoli). A Casalnuovo la situazione, come in un lungo letargo, continua sempre dello stesso passo. Tra la lentezza della giustizia italiana e l’indifferenza delle persone, che hanno sempre più paura di uscire dalla campana che le protegge, continuano a consumarsi reati di ogni genere.

Si passa infatti dai comuni scippi e “piccole rapine” (piccole per chi non le subisce) ai più comuni abusi edilizi, dal lavoro nero e dall’inciviltà dilagante alle lotte di camorra per il controllo del territorio e del traffico di droga. Una città che meriterebbe una rivoluzione messa su da chi ha tutti gli intenti per costruire una città diversa. Ma siccome la rivoluzione, come ci dimostra la storia, porta spesso ad una situazione ancor più degradante del periodo pre-rivoluzionario, l’unica arma che resta è la lotta continua. Non però una lotta comunista o brigatista, ma una lotta per la civiltà, il diritto, la democrazia, la serenità e la giustizia. Tutte cose che a Napoli mancano. Una lotta cheLuigi Iovino sta portando avanti, quasi in solitudine e che merita appoggio sia morale che pratico. La sola moralità infatti non produce risultati se poi non c’è una azione dal punto di vista pratico. Una lotta stramante che continua e che vogliamo far conoscere anche attraverso questa lettera inviata al presidente della commissione antimafia e per conoscenza anche ai visitatori di Pupia Tv.

LETTERA APERTA al dott. FRANCESCO FORGIONE
Presidente della Commissione Nazionale Antimafia

di Luigi Iovino (www.luigiiovino.it)

Gent.mo Sig. Presidente,

chi Le scrive è Luigi Iovino, nato a Napoli il 06/12/54 C.F: VNILGU54T06F839A, figlio di Iovino Carlo (Orfano per causa di ANTIFASCISMO) e di una cugina di Mauro De Mauro, giornalista scomparso, vittima di eventi che si sono prodotti è in una zona grigia tra la Mafia e poteri occulti antagonisti di uno stato che li ospita e li foraggia da sempre.

Luigi IovinoAttualmente sono senza fissa dimora, con la mia famiglia, anche se dai documenti risulto essere domiciliato in Via Strettola 22, 80013, Casalnuovo di Napoli (NA). La condizione mia, di mia moglie e tre figli (di cui uno ancora minorenne), è stata determinata da una FRODE PROCESSUALE e da una conseguente ESTORSIONE che vede implicati alcuni dipendenti del ministero della giustizia, all’epoca dei fatti presso il Tribunale di Napoli e altri incaricati in veste di C.T.U. e di alcuni avvocati (tra cui esprimo il legittimo sospetto anche sull’operato del mio avvocato civilista, con studio in Napoli, che mi ha seguito in un arbitrato e poi in 1° grado), amministratori e tecnci del Comune di Casalnuovo di Napoli, esponenti della Curia Arcivescovile di Napoli ed imprenditori e tecnici a loro collegati. In effetti dei criminali in “Colletto bianco” e “abiti porporati” realizzarono, con l’aiuto di notai compiacenti (ancora in attività), e banche, una mega-truffa ai danni dello Stato e di privati cittadini, ancora in corso, e in espansione, seppure da tempo denunciata dal sottoscritto con tanto di documenti comprovanti gli illeciti.

Lei dovrebbe già conoscere la mia storia, per avere io preso parte alla “3 giorni contro tutte le MAFIE” che si è tenuta a Roma nel 2006, da Lei presieduta e per le oramai tante proteste, anche su giornali e televisioni locali, poste in opera. Dal mio Blog potrà comunque recuperare ogni ragguaglio ed ogni documento sulla compromissione di interi apparati della pubblica amministrazione di Casalnuovo di Napoli nella vicenda che riguarda ABUSI EDILIZI e promiscuità tra enti religiosi, imprenditori in odore di massoneria e criminalità locale, di cui ancora si tenta di celare la vera natura per ovviare ad uno scandalo enorme, sconvolgente, mentre si tiene la mia famiglia priva dei suoi diritti civili e costituzionali, pervenendo a tale sopruso a mezzo di altri reati, coperti da una rete di connivenza inimmaginabile tra politica, magistratura e poteri istituzionali, sottomessi o deviati.

Scrivo a Lei, in quanto presidente di una commissione preposta alla tutela dei cittadini è che La vede fautore di accordi di collaborazione per la lotta alla commistione tra poteri mafiosi / pubbliche amministrazioni, logge pseudo-massoniche, e centri affaristico criminali. Scrivo a Lei anche come autore di testi che ben descrivono, quasi in contemporanea con la evoluzione, della mia storia, la promiscuità il degrado, il sordido groviglio di interessi che tiene prigioniero il diritto ed opprime la ragione. Non vi è infatti un altro scenario per descrivere cosa sta accadendo alla mia famiglia.

Nel Suo libro “Oltre la Cupola” lei trattò di Massoneria, Mafia, Politica, tutti ingredienti che hanno condito e stanno condendo gli eventi in corso nella mia vicenda (la Sua esposizione è sconvolgente laddove rivela come lo Stato abbia cambiato natura, si sia ritirato, lasciando emergere un modo d’organizzazione dell’insieme dei poteri pubblici che perdendo i caratteri della legalità si allineano sull’accettazione di comportamenti illegali divenuti la norma fondante della società. Ecco, è proprio questo che io sto vivendo, da anni, e che testimonio attraverso il mio Blog, come in un racconto Kafkiano, il rivolgermi alle autorità e non trovarle, ovvero, ci sono (apparentemente) ma non rispondono alle loro funzioni (quelle istituzionali), quindi non ci sono, ma sono là, e non permettono ad altri di occuparne il posto e farle funzionare. La sparizione dei confini tra Stato e Antistato, tra diritto e crimine è evidente nella vicenda attuale, e non conclusa, di cui è vittima la mia famiglia. L’occupazione di posti di potere è oppressiva, da togliere il fiato, a Napoli più che in altri posti, al punto da lasciare a chi vi ci sbatte solo l’alternativa di togliersi la vita, o denunciare. Io ho scelto la seconda, per dare valore alla mia vita, disposto anche a diventare MARTIRE, se necessario. DENUNCIARE per non piegare la testa di fronte agli occupanti, per sedermi ancora a capotavola con i miei figli e poterli guardare negli occhi. Un solo rammarico, se non saranno dei “Buoni cittadini” non potrò biasimarli.

Scrivo all’autore di “Amici come prima”, storie di mafia e politica, di presidenti di regione, sindaci, imprenditori, banchieri, deputati, scambi di favori e spartizioni di appalti, storie di acqua, di rifiuti e di cemento, vicende del tutto simili agli illeciti attualmente oggetto del procedimento giudiziario 45579/04 R.G.N.R del Tribunale di Napoli che i giudici non riescono a portare all’incriminazione degli indagati nonostante siano certi e documentati i reati e le connivenze fornite anche in ambiti giudiziari. Un puzzle che i giudici non riescono a comporre nonostante le tessere siano numerate e ben disposte, su un ripiano comodo e confortevole quasi come chi le DEVE COMPORRE ha paura di metterle insieme.

Questa lettera è di dominio pubblico e mi attendo una risposta, qualunque sarà la Sua risposta Le auguro nell’interesse del popolo italiano che sia coerente con le responsabilità che Le derivano dal Suo mandato.

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