Lunedì di terrore per quattro universitarie romane, protagoniste di una vicenda che sembra tratta da un film grottesco: nella serata dello scorso 6 agosto, mentre erano in auto nei pressi del teatro Marcello, nel pieno centro della capitale, sono state sequestrate da un detenuto in permesso premio, armato di pistola, che le ha rilasciate alcune ore più tardi in una zona isolata di Caivano, nel napoletano.
Unico tentativo di violenza: l’intenzione di uno stupro, bloccato però sul nascere dalle urla e pianti delle quattro ragazze. Gli agenti della sezione criminalità organizzata della squadra mobile della questura di Roma, diretta da Luca Armeni, che ha agito in collaborazione con i colleghi napoletani e con la polizia stradale, ha fermato Sabatino D’Alfonso, di 45 anni, di Villa Literno (Caserta), in esecuzione di un provvedimento emesso dal pm della Dda di Roma, Carlo Lasperanza. L’uomo, finito in carcere per rapina e violenza carnale, è balzato nella ‘Renault Clio’ con a bordo le ragazze e per un tratto ha guidato avendo al suo fianco due delle quattro giovani, senza che nessuno, passante o altri, li notasse, nonostante gli sforzi delle studentesse per farsi vedere. Giunto a Cinecittà, nella periferia sud della capitale, D’Alfonso non ha incontrato gli amici di cui aveva parlato alle ragazze, allora, tra la disperazione di queste, ha imboccato l’autostrada da dove è uscito al casello di Caserta Sud. Le sue mosse erano già controllate perché una delle ragazze – l’unica con il cellulare ancora carico – aveva intanto inviato un sms al fratello, che aveva dato l’allarme. In una zona isolata di Caivano, D’Alfonso si è fermato, voleva avere un rapporto sessuale con una delle quattro, invece è fuggito a piedi. “Eravamo immobilizzate dal terrore”, racconterà poi Maria, una delle quattro. Quando si sono rese conto di essere libere, le ragazze hanno imboccato nuovamente l’autostrada dove c’era ad aspettarle la polizia stradale. D’Alfonso è rientrato nel carcere di Sulmona il giorno dopo, alla scadenza dei dieci giorni di permesso premio, ma poco più tardi gli uomini della mobile lo hanno prelevato, essendo stato riconosciuto come il responsabile del sequestro. Le indagini sono in corso per accertare quali fossero le sue intenzioni e chi gli amici che avrebbe dovuto incontrare.
Intanto, attraverso una nota ufficiale, il Comune di Villa Literno specifica che il D’Alfonso “non è un cittadino di Villa Literno”.
Dall’archivio anagrafico del Comune e dai fascicoli presso le forze dell’ordine si evince che Sabatino D’Alfonso è nato “occasionalmente” a Villa Literno, da genitori provenienti da Calitri (Avellino); ma non ha mai vissuto nella cittadina casertana e quindi non è da considerarsi un cittadino liternese. “Nessun cittadino liternese – si legge – ricorda, seppure di vista, il sig. D’Alfonso, né i suoi genitori“.