Era evaso dal carcere di Pavia, preso alla stazione di Bologna

di Antonio Taglialatela

Giancarlo GallucciPAVIA. Era evaso questa mattina, dopo le 11, dal carcere di Pavia durante l’orario di visita dei parenti. Ma la fuga è durata poche ore perché Giancarlo Gallucci, 29 anni, è stato bloccato dalla polizia ferroviaria alla stazione di Bologna.

In carcere con l’accusa di essere affiliato al clan camorristico Gallucci-Piscopo, il 29enne è fuggito a bordo di una station wagon, assieme al cognato e al figlio. Per evadere, Gallucci ha utilizzato uno stratagemma tanto antico quanto banale: “Accompagno mio figlio in bagno”.L’uomo era a colloquio con la moglie, che aveva con sé il figlio di quattro anni. Dunque, ha chiesto di poter portare il piccolo in bagno, poi si è confuso con i familiari degli altri detenuti che stavano lasciando il carcere al termine dei colloqui. Gallucci è uscito dal portone principale con il figlio ed è salito nell’auto del cognato, che lo stava aspettando. I tre hanno quindi raggiunto la stazione di Piacenza dove il 29enne ha preso un treno diretto al sud. Il cognato è poi tornato nel carcere per riconsegnare il bambino alla madre che nel frattempo era stata fermata. A questo punto anche il cognato è stato fermato: agli investigatori ha fornito i dettagli della fuga consentendo così alla polizia ferroviaria di Bologna di catturare l’evaso alla stazione di Bologna, prima ancora che scendesse dal treno. Gallucci ha cercato di mostrarsi sorpreso delle domande degli agenti, sostenendo di non capire perché lo fermassero, ma non ha reagito. Poi, una volta in ufficio, ha ammesso di essere il ricercato. Non aveva armi addosso.

Gallucci è stato catturato dalla polizia alla stazione di BolognaSulla vicenda il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria avvierà un’inchiesta amministrativa. Gli accertamenti dovranno stabilire eventuali responsabilità del personale e le circostanze che hanno consentito a Gallucci di eludere il sistema di controlli. Stando ai primi riscontri, potrebbe essersi trattato di una iniziativa non pianificata. L’uomo avrebbe deciso sul momento di tentare la fuga approfittando delle condizioni che si erano create durante il colloquio con i familiari.

Giancarlo Gallucci, è figlio del defunto boss Vittorio, capo del clan Gallucci-Piscopo egemone a Casalnuovo, grosso centro alle porte di Napoli. E’ considerato esponente di spicco del clan, la reggente, però, è la madre, Maria Mosti, 58 anni, destinataria di un ordine di custodia cautelare con i figli Giancarlo, Gennaro e Federico eseguito il 26 marzo scorso nell’ambito di una inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Napoli su tre omicidi commessi nel napoletano e nel casertano tra il 2004 e il 2005.

L’inchiesta ha svelato il tentativo del clan Sarno del quartiere partenopeo Ponticelli, tra i più potenti di Napoli, di ricostruire, con i Galluccio e i Di Grazia di Aversa, nel casertano, l’alleanza delle organizzazioni criminali un tempo legate nella Nuova camorra organizzata di Raffaele Cutolo. Per i magistrati è Maria Mosti ad avere la ferocia e la determinazione del capo, tanto da essersi sbarazzata sempre di ‘concorrenti interni’ alla posizione di boss mai messa in dubbio dai figli. Giancarlo Gallucci era stato arrestato lo scorso mese di maggio. Contro di lui, il 10 maggio, era stata emessa un’ordinanza di custodia cautelare sulla base di indagini dei carabinieri sul fallito agguato messo in atto il 2 maggio 2007 ai danni di Luigi Coppola, 48 anni, residente a Casalnuovo e sorvegliato speciale di polizia: due giorni dopo, il 12 maggio, era stato arrestato per tentato omicidio e per violazione della legge sulle armi.

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