Che il Mezzogiorno sia penalizzato dagli istituti di credito e dalle finanziarie era una cosa ormai risaputa, che questi crediti stanno diventando inesigibili questo dipende dalle difficoltà che stanno incontrando le famiglie e le imprese in questo momento.
Lo ha confermato anche il governatore della banca centrale Mario Draghi nel corso di una audizione. Questo comporta un fenomeno in negativo che coinvolge maggiormente le regioni del meridione fortemente indebolite dal credito bancario. C’è un enorme divario tra le regioni settentrionali e quelle meridionali per quando concerne l’accesso al credito. Fortemente penalizzanti anche dai tassi d’interesse che sono i più alti della zona euro. Un altro dato che emerge sono i tassi applicati dalle finanziarie che risultano più elevati di quelli del mondo bancario. Il grado di rischio e la composizione settoriale del Mezzogiorno, richiamati dal governatore Draghi, risulta essere la causa che spinge le banche ad essere più caute nel dare credito alle imprese del sud. Un sud che si trova a combattere, non da oggi, ma da anni contro la mancata accessibilità ai crediti bancari che vincolano l’esistenza stessa delle piccole e medie imprese, le quali non possono avere un flessibile sostegno dal mondo bancario se non con specifiche garanzie che mettano in tranquillità gli istituti di credito. Questa mancanza di disponibilità economica da parte delle imprese, nello stesso momento la difficoltà ad accedere al credito bancario, si ripercuote sullo sviluppo dell’intera area meridionale, mettendo in crisi le piccole e medie aziende in affanno, visto il momento di difficoltà a cui sono soggette, data la persistente crisi del mercato, ciò mette a rischio posti di lavoro e l’esistenza stessa delle imprese.