PALERMO. Da venerdì scorso non si hanno più notizie dell’imprenditore Antonio Maiorana, 47 anni, imprenditore palermitano, e del figlio Stefano, 22 anni, studente universitario.
La scomparsa è stata denunciata oggi dai familiari. Venerdì scorso i due si erano allontanati dal cantiere della loro cooperativa a Isola delle Femmine, in provincia di Palermo. L’auto su cui viaggiano, di proprietà dell’imprenditore, è stata ritrovata dai Carabinieri, regolarmente chiusa, nel parcheggio dell’aeroporto Falcone-Borsellino di Palermo. Sono stati dunque effettuati controlli sulle liste d’imbarco dei passeggeri degli ultimi giorni, ma nessuna traccia dei due, nemmeno dai filmati delle videocamere dell’aeroporto.
Dagli accertamenti sia l’imprenditore che il figlio (il quale aiutava saltuariamente il padre nella sua attività) sono incensurati. Gli investigatori, coordinati dal pm Gaetano Paci, sarebbero portati ad escludere che la scomparsa sia da mettere in collegamento con la criminalità organizzata. Scartato anche qualunque problema economico o dissapore familiare.
Maiorana nel 1980 era era in società con Francesco Paolo Alamia. I due avevano costituito la “Progea S.C.R.L.”, impresa edile. Alamia, che è stato anche assessore comunale a Palermo, era tra i soci della immobiliare “Inim” insieme a Filippo Alberto Rapisarda e, secondo gli inquirenti, avrebbe avuto rapporti d’affari con l’ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino, condannato per mafia.Il pentito Tullio Cannella, nell’ambito del processo a carico del senatore di Fi Marcello Dell’Utri, dichiarò che “Alamia gli era stato indicato come persona da rispettare nel 1984 dal boss Pino Greco detto ‘Scarpa’ e dal cugino Filippo La Rosa, entrambi uomini d’onore della famiglia di Ciaculli”. Alamia fu indagato per concorso in associazione mafiosa insieme a Dell’Utri, Silvio Berlusconi e Getano Cinà. Le posizioni di Berlusconi e Alamia vennero archiviate nel 1997.