Pena di morte in Iran: “Italia resti fuori dai nostri affari interni&quot

di Redazione

Una impiccagione pubblica in IranROMA. Giovedì scorso la Farnesina aveva espresso “forti inquietudini” per l’ondata di sentenze capitali, molte delle quali pubbliche, avvenute nelle ultime settimane nella Repubblica islamica.

Difatti l’Italia da mesi sta conducendo una vivace battaglia internazionale per arrivare ad una moratoria universale della pena di morte. In una nota del Ministero degli Esteri inviata a Teheran si legge tutto lo sdegno che l’Italia prova contro una simile pena e per le 11 impiccagioni di questa settimana nelle piazze iraniane. Ma è bastato poco o nulla per far sì che la Farnesina facesse marcia indietro, infatti è arrivata la stizzita replica da parte del portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Mohammad Alì Hosseini: “Ogni Paese indipendente combatte il crimine secondo le sue leggi, e ogni interferenza in questo campo è un’interferenza negli affari interni di un Paese”. Alle dichiarazioni arrivate da Teheran fanno seguito quelle di Ugo Intini, vice ministro degli Esteri. “Nessuna interferenza nei confronti del governo iraniano: l’Italia ha fatto della lotta alla pena di morte una bandiera in campo internazionale e crede nel dialogo”, ha detto Intini, che ha aggiunto: “Penso che il governo iraniano conosca le buone intenzioni del governo italiano che crede a soluzioni politiche dei conflitti in atto. La lotta alla pena di morte è una battaglia di principio per un mondo più stabile e più giusto”.

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