PINEROLO (Torino). Una decisione che crea un certo malcontento generale quella presa dal Tribunale del Riesame di Torino. I giudici hanno disposto la scarcerazione di Corrado Avaro, il trentenne che lo scorso 15 luglio, a San Secondo di Pinerolo, aveva travolto e ucciso la sedicenne Claudia Muro, mentre era ubriaco alla guida della sua auto.
L’uomo fu arrestato con l’accusa di omicidio volontario, poi trasformato in omicidio colposo. Ma per il Riesame si tratta di solo omicidio colposo. Avaro è stato messo agli arresti domiciliari in una comunità a Venaria, un paese della prima cintura di Torino. Durante il periodo di detenzione nel carcere di Saluzzo ha ricevuto lettere minatorie e compiuto gesti autolesionistici che hanno convinto il personale penitenziario a sorvegliarlo 24 ore su
Secondo la tesi della Procura, Corrado Avaro, mettendosi alla guida in stato di ebbrezza e procedendo a velocità elevata aveva accettato il rischio di investire qualcuno. Pertanto, si sarebbe trattato di “omicidio volontario”, con la formula giuridica del “dolo eventuale”. Ma il Riesame, accogliendo l’istanza degli avvocati Ventura e Perassi, ha deciso che non si tratta di dolo, poiché l’uomo contava di evitare incidenti “grazie alla propria abilità”. A ciò si aggiunge che l’uomo, in occasione dei due precedenti per guida in stato di ebbrezza, non aveva mai provocato incidenti con lesioni a persone e, lo scorso 28 giugno, la commissione medica provinciale lo aveva ritenuto idoneo per la riconsegna del documento di guida. Per tali motivi, il giudice Gloria Petrini ha scritto che Avaro “riteneva di poter evitare qualsiasi investimento di pedoni grazie alla propria abilità dato che le sue condizioni fisiche generali erano state recentemente valutate come compatibili con la conferma della patente addirittura di categoria C”.
L’episodio era avvenuto il 15 luglio, intorno alle 4 di notte, a San Secondo di Pinerolo. La ragazza, che aveva trascorso la serata in discoteca in compagnia del fidanzato e degli amici, stava attraversando la strada per raggiungere l’auto che doveva riaccompagnarla a casa, quando veniva travolta dalla Rover 200 di Avaro.