TEVEROLA. “E’ stato soltanto un banalissimo incidente, causato dalla disattenzione di alcuni collaboratori che mi stavano aiutando a ripulire il garage”. Il signor Antonio Improta, guardia ambientale dell’Arci Pesca Fisa, ci tiene a far chiarezza sull’episodio che lo ha visto protagonista sabato scorso.
Durante la mattinata un suo vicino di casa avvisava i carabinieri e i vigili urbani del fatto che Improta stesse tagliando la tettoia del suo garage costituita da pannelli di eternit, il famigerato materiale composto da cemento e fibre di amianto, sostanza, quest’ultima, ritenuta cancerogena e per questo messa al bando in Italia nel 1992. Le forze dell’ordine, giunte presso la sua abitazione, emettevano un verbale di constatazione. Ma per il signor Improta è stato un incidente, come si evince anche dalle foto che ci ha inviato, che ritraggono la tettoia perfettamente integra mancante di un solo pannello, anch’esso perfettamente e appoggiato al muro. “Stavo dislocando alcuni mobili nel mio garage – racconta Improta – quando inavvertitamente una delle persone che mi aiutava ha urtato una lastra di eternit che si è spostata dal proprio incastro. Prontamente mi sono impegnato a rimuovere la lastra appoggiandola per intero al muro. Questo è tutto. Da parte mia non c’è stata alcuna volontà di rimuovere, tagliare e smaltire illecitamente l’eternit”. In merito al verbale di constatazione dei vigili urbani, questi, come riferisce Improta, “hanno accertato solo ed esclusivamente la versione del sottoscritto”. E su internet, nell’ambito di una discussione relativa proprio alla vicenda di Improta, è intervenuto anche l’ingegner Enzo Fumo, della Seconda Università degli Studi di Napoli e noto esperto ambientale: “Le lastre di eternit sono da considerare M.c.a. (materiali contenenti amianto) in matrice non friabile (il cemento). Pertanto il problema della rimozione, messa in opera o smontaggio fatto in proprio e per componenti non rotti non comporta problemi, né per l’operatore né per l’ambiente circostante. Ovviamente, ciò vale solo se non si effettuano tagli o abrasioni delle superfici. Poi ci sono M.c.a. in matrice non friabile (pannelli isolanti, lastre di carton gesso) che essendo più fragili tendono a rompersi e a rilasciare nell’aria fibre di amianto. In quel caso, per qualsiasi operazione, sono necessari l’autorizzazione dell’Asl e l’intervento di una ditta specializzata”. Pertanto, sentito anche il parere dell’esperto, si può dire che il signor Improta non ha commesso alcun reato ambientale.