In molti, già si chiedono come mai il colosso dell’informatica mondiale Ibm abbia deciso di entrare a far parte del gruppo di sviluppatori di OpenOffice.org.
Alcuni analisti fanno risalire le ragioni di tale scelta ai forti contrasti nati tra Ibm e Microsoft sul riconoscimento degli standard Iso. Ibm ha comunicato che, in particolare, intende occuparsi della realizzazione d’alcune parti del codice sorgente del programma. Ricordiamo che OpenOffice è da sempre l’avversario più accreditato della Corporation di Redmond (la cittadina americana, nello stato di Washington, celebre perché ospita sia la sede centrale della Microsoft sia quella della filiale americana della Nintendo). A differenza di Office, però, OpenOffice è un programma Open Source (termine inglese che significa sorgente aperta. E’ usato per indicare un software rilasciato con una licenza che permette agli sviluppatori di intervenire liberamente su di esso, per migliorarne le caratteristiche e/o integrare nuove e più complesse funzionalità). La scelta di Ibm potrebbe far parte di una strategia di più ampio respiro e con degli obiettivi non dichiarati, anche se tutti sanno che l’obiettivo principale della multinazionale è, da sempre, la leadership, ormai consolidata, della Microsoft in campo informatico. Ibm sta, pertanto, sfidando Microsoft in campo aperto. Da poco, infatti, Ibm offre ai suoi clienti “affari” dei server sui quali è già installato Solaris, il sistema operativo sviluppato dalla Sun Microsystems, anch’essa coinvolta nel “progetto” OpenOffice. Con la potenza di Ibm dietro alle spalle OpenOffice.org può, finalmente, pensare seriamente di scalzare dal primo posto in classifica dei software più diffusi l’Office di Bill Gates. Comunque vada, nel futuro ne vedremo delle belle sul fronte della lotta tra gli Open Source e gli applicativi sviluppati a Redmond.