Lorenzo D’Auria, l’agente del Sismi in coma irreversibile, e la compagna Francesca sono stati uniti in matrimonio, giovedì sera, all’ospedale Celio di Roma, dove il militare rapito in Afhganistan e ferito durante il blitz per la sua liberazione è tenuto in vita con un respiratore artificiale.
Il matrimonio “in articulo mortis” è contemplato dal diritto canonico per urgenza di morte del coniuge quando è nota l’intenzione di sposaredi un moribondo. La cerimonia, ha valori anche civili ed è stata agevolata sia dalla Chiesa che dallo Stato. Da quanto si apprende anche il ministro della Difesa, Arturo Parisi, si sarebbe attivato affinché venissero accelerate le pratiche civili. “E’ stato un grande atto d’amore unire Francesca a Lorenzo”, ha detto il padre del militare, Mario D’Auria, che poi con molta sincerità ha aggiunto: “E’ stato anche giusto perché ha sancito che la compagna di mio figlio potrà avere la pensione come vedova di un militare morto, fra l’altro in servizio, facendo il suo dovere”. Al matrimonio non hanno assistito testimoni. Lorenzo, 33 anni, ha avuto da Francesca tre figli, l’ultimo dei quali ha solo due mesi.
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