BOLOGNA. 300mila firme con cui i cittadini chiedono una legge che cacci via dal Parlamento 25 deputati in carica condannati in via definitiva e che, più in generale, vieti l’ingresso in Parlamento di chi è stato condannato e chi è in attesa del verdetto della Cassazione.
E’ il risultato del V-Day (per esteso: “Vaffanculo Day”), organizzato da Beppe Grillo e tenutosi ieri in 223 piazze italiane e 30 estere, caratterizzato dalla raccolta firme “Parlamento Pulito”.
Il cuore della manifestazione è stata la Piazza Maggiore di Bologna dove si sono radunate 50mila persone (secondo la Questura, mentre per l’organizzazione ne erano 200mila) e alla quale, attraverso dei maxischermi, era collegate tutte le altre piazze d’Italia. Grillo è apparso verso le 16.30: “Questa è una nuova Woodstock”, ha detto, per poi snocciolare, uno ad uno, i nomi dei 25 deputati da “cacciare” da Camera e Senato. Nel suo mirino non potevano mancare i politici, in particolare i ministri. Salvando il solo Antonio Di Pietro (che ha elogiato l’iniziativa e ha detto “mandiamo i delinquenti a casa e non in Parlamento”), si è rivolto in primis a Giuliano Amato: “Dov’eri quando facevi il cassiere del Psi e parlavi di legalità, quand’eri presidente dell’antitrust e ti sfuggivano di mano i casi Parmalat e dei bond argentini?”. E poi Clemente Mastella: “Ogni mattina legge il mio blog e mi scrive una risposta. Insomma, il ministro della giustizia che dialoga con un comico. Ma ce lo vedi Brown in Inghilterra che parla con Mister Bean tutti i giorni”. Non è mancato il sostegno del mondo della musica, con i messaggi di artisti come Ligabue e Biagio Antonacci, dello spettacolo, con Alessandro Bergonzoni e Sabina Guzzanti, e del giornalismo, come Marco Travaglio, ma anche della politica, come Di Pietro e il ministro dell’ambiente Pecoraro Scanio, il quale ha messo a disposizione il canale tv “Ecotv”, l’unico a riprendere l’evento.
Il premier Romano Prodi, impegnato a Bari, non ha voluto firmare la petizione su invito di alcuni rappresentanti del V-Day, si è infilato in auto e se ne è andato. A prendere le distanze anche il sindaco di Bologna, Sergio Cofferati, e il capogruppo di Rifondazione Comunista al Senato, Giovanni Russo Spena, che ha ritenuto la manifestazione di Grillo come “una risposta sbagliata e pericolosa a un problema reale”. Dubbioso il ministro Giulio Santagata, che ha detto: “Grillo sta organizzando un suo partito, una sua lista?”. Dal suo blog, il comico genovese gli ha risposto: “Non hanno capito niente, i partiti sono incrostazioni della democrazia. Bisogna dare spazio ai cittadini, alle liste civiche, ai movimenti. Qui viviamo in partitocrazia e non in democrazia”.
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Ma la vera polemica si è scatenata dopo la proiezione, nella piazza bolognese, di un video dal titolo “Il precario nell’Italia delle meraviglie”, che in sintesi racconta: “La legge Biagi ha introdotto in Italia il precariato, moderna peste bubbonica che colpisce i lavoratori soprattutto in giovane età. Tutto è diventato progetto per poter applicare la legge Biagi e creare i nuovi schiavi moderni. Questo libro è la storia collettiva di una generazione senza niente, neppure la dignità, neppure la speranza, che sta pagando tutti i debiti delle generazioni precedenti, tutti gli errori, tutte le mafie, tutti gli scandali”. Sdegno, sui contenuti del video e sul comportamento che avrebbe tenuto il pubblico, è stato manifestato dall’ex magistrato Libero Mancuso: “Mi vergogno profondamente di una piazza che applaude o comunque fa festa per la morte di Marco Biagi”. Ben più duro il leader dell’Udc, Pierferdinando Casini: “Quella di Grillo è la più grande delle mistificazioni. Una manifestazione di cui dovremo vergognarci perché è stato attaccato Marco Biagi che invece andrebbe santificato. Si vergognino anche quei politici che, pur di stare sull’onda del consenso popolare, hanno mandato a Grillo e alla sua manifestazione dei messaggi di adesione”.