Continua l’allarme per le tassazioni a livello locale. Gli ultimi dieci anni hanno fatto registrare un incremento considerevole a danno dei cittadini.
Nel 2006, rispetto al 1995, le entrate fiscali degli enti locali sono aumentate del 111,1%. Da alcuni studi della Cgia di Mestre arrivano segnali preoccupanti su una tassazione che sta dissanguando i contribuenti. Da un lato lo Stato centrale, dall’altro le autonomie locali con in testa regioni e comuni. In più di dieci anni – dal 1995 al 2006 – le entrate fiscali degli enti locali (Comuni, Province, Comunità montane, etc.) sono passate da 37.699,04 milioni di euro sino a toccare la quota di 95.911 milioni di euro pari ad un aumento percentuale del + 111 %. L’amministrazione centrale, invece, sempre negli stessi anni ha incrementato le entrate “solo” del + 12,1% passando dai 303.990, 24 milioni di euro agli attuali 339.162 milioni. Il Pil, sempre nello stesso periodo è cresciuto nel nostro Paese del 20%. Dati, ricordano dalla Cgia, che sono a prezzi costanti 2006, ovvero al netto dell’inflazione. Dati che preoccupano notevolmente i cittadini, che si sono visti prelevare dai propri portafogli somme di denaro per venire incontro alle richieste degli enti locali. “Sicuramente – commenta Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre – molte amministrazioni locali hanno calcato la mano e non sempre alle imposte pagate sono stati corrisposti dei servizi alla cittadinanza qualitativamente e quantitativamente accettabili. Tuttavia, – prosegue Bortolussi – va ricordato che negli ultimi anni, soprattutto i Comuni hanno assunto un gran numero di nuove competenze e di nuove funzioni senza ricevere, in cambio, un corrispondente aumento dei trasferimenti. Anzi. La situazione dei nostri conti pubblici ha costretto lo Stato centrale a ridurli progressivamente creando non pochi problemi di bilancio a tante piccole realtà amministrative locali che si sono “difese” aumentando le imposte locali”. “Non ci sono dubbi, – conclude – bisogna accelerare il più possibile verso la direzione di un vero federalismo fiscale che da un lato responsabilizzi maggiormente gli enti locali e dall’altro consenta a questi ultimi di trattenere sul loro territorio la gran parte delle risorse prodotte dalle economie locali”.