ORTA DI ATELLA. L’altro ieri il capogruppo alla Regione Antonio Amato, ieri un leader storico dei Ds casertani come Achille Natalizio, ex presidente dell’Asi e riferimento del partito nell’Alto Casertano. Un pezzo della Quercia tenta in extremis di fermare la corsa dell’ex sindaco di Orta Angelo Brancaccio, consigliere regionale e primatista di consensi alle elezioni, arrestato per truffa e concussione (in libertà dal 24 luglio), nelle fila di Mastella. Adesione annunciata dai suoi fedelissimi e confermata dal Campanile.
Achille Natalizio dichiara di condividere pienamente il comunicato diffuso da Amato «primo dirigente Ds seriamente impegnato a lavorare affinché una risorsa importante come Angelo non lasci il partito e quindi il progetto del Pd». E critica coloro (il riferimento è al segretario regionale Enzo Amendola e al vertice della federazione casertana) che «si sono mossi per costruire ostacoli e steccati che rendessero inevitabile la definitiva rottura tra Brancaccio e i Ds». Per Natalizio il consigliere regionale commetterebbe un grave errore a lasciare la Quercia anche perché renderebbe «più agevole il lavoro di chi da danni o da mesi pensa di rendere i Ds di Caserta, fedele al motto più belli siamo più belli appariamo, più piccoli e più deboli». Un’allusione che rimanda con evidenza alle durissime contrapposizioni interne vissute dalla Quercia di Terra di lavoro nell’ultimo congresso (e prima), uno scontro che ha portato alla rivisitazione da parte degli organi centrali del tesseramento (con un secco taglio specie nella zona aversana) e poi all’assemblea finita in rissa e congelata dalla direzione regionale e dal «garante» inviato da Napoli. Il conflitto (in cui Brancaccio ha giocato un ruolo di primo piano, alleato della corrente che si era schierata contro il segretario della federazione) non è stato sanato dal compromesso post-congresso (Greco segretario, Ucciero vice) e si sta riproponendo anche nelle prime fasi della nascita del Pd nel Casertano, con le due anime del partito che agiscono ognuna per conto suo e si attrezzano autonomamente per le liste e le alleanze che si daranno battaglia nella costituzione del nuovo partito. Intanto, essendo Brancaccio formalmente ancora un iscritto Ds «congelato», resta da risolvere il rebus della sua eventuale riammissione nel partito. Amato mercoledì sera aveva invocato l’immediato reintegro del consigliere regionale (attualmente sospeso dai Ds in seguito all’arresto) come «atto dovuto» ma il leader regionale Enzo Amendola, smentendo ogni accordo sul comunicato diffuso dal capogruppo regionale, le aveva definite «valutazioni personali» e aveva ribadito la sua fiducia negli organi statutari del partito, in primis la commissione di garanzia, a cui è demandata ogni decisione in casi come questi. L’impressione è che la partita è destinata adesso a spostarsi a Napoli, negli assetti regionali e cittadini dei Ds, dove le due principali frazioni della galassia bassoliniana (Cozzolino da una parte e Paolucci dall’altra) giocheranno le loro carte anche su questo tavolo.
«Con lui sarà più forte il centro dell’Unione»
Con il ministro della Giustizia in questi giorni superimpegnato in Italia e all’estero, è Antonio Fantini, segretario regionale dell’Udeur, la massima carica del Campanile in grado di spiegare come la vicenda dell’annunciato passaggio del consigliere regionale Brancaccio tra le fila di Mastella, che tante reazioni ha scatenato dentro la Quercia e fuori, si sta evolvendo. Allora, a quando l’annuncio ufficiale? È vero che sono in programma incontri a Napoli in settimana per definire i dettagli dell’operazione? «Angelo Brancaccio ha espresso chiaramente il suo orientamento, che è appunto il passaggio nell’Udeur. Per quanto mi risulta è in programma a fine mese una conferenza stampa in cui renderà ufficiale la sua scelta. Prima di allora non ha senso fare o dire altro, e non sarebbero opportuni degli incontri». Lei oggi ha smentito categoricamente che il presidente dell’Udeur casertano, Nicola Caputo, sia intenzionato a uscire dal partito per protesta rispetto al nuovo acquisto: ma certe frizioni al vertice non sono inevitabili visto il peso della persona che entra? «Le notizie messe in giro da un giornale locale sono del tutto infondate, l’amico Caputo ha aderito all’Udeur con convinzione e non può che essere soddisfatto di un’altra adesione che rafforza il partito. Lui come tutti gli altri». Gli spazi per i dirigenti attuali si restringono però… «Non sono d’accordo: maggiore forza significa per un partito anche maggiori spazi e possibilità, e quindi più occasioni. Non sarà difficile trovare un equilibrio che soddisfi tutti». A proposito di paure, non teme qualche imbarazzo per il ministro di Giustizia con l’ingresso di un politico indagato, visti anche i precedenti di altri iscritti Udeur? «Mastella è ministro, e lascia al partito e ai suoi dirigenti le valutazioni e le decisioni di questo tipo. E se qualcuno dice che siamo il partito degli indagati faccio osservare che in consiglio regionale ci sono altri indagati in altri partiti, e non fanno scandalo. Io sono garantista e fin quando non è sancita in maniera definitiva la colpevolezza di una persona per me vale la presunzione di innocenza». Brancaccio è stato arrestato… «Sì ma non mi sembra che quelli che gli vengono contestati siano reati così gravi e per giunta riguardano un periodo passato, quando era sindaco ad Orta e non consigliere regionale». Con questo rafforzamento l’Udeur si prepara a chiedere più visibilità in Regione alla verifica di metà legislatura? «Certo. L’avremo fatto però in ogni caso e la rivendicazione riguarda anche altre istituzioni. Anzitutto ora che Margherita e Ds sono un solo partito non è possibile che occupino tutte le caselle più importanti. E poi noi ci battiamo anche per chi, come Italia dei Valori, è stato lasciato fuori da ogni incarico». Con l’obiettivo di far crescere le forze più vicine a voi? «Con l’obiettivo di fa crescere il centro del centrosinistra e di dare ai moderati più forza».
Il Mattino