ORTA DI ATELLA. E la questione “puzza” arriva finalmente in consiglio comunale. Ieri sera, a partire dalle ore 18, il civico consesso si è riunito per affrontare un problema annoso, quello degli odori nauseabondi che nelle ore notturne, in particolare nel periodo estivo e prevalentemente nella fascia oraria dalle 22 alle 8 del mattino, si avvertono nella cittadina. Guarda i Video
Numerose sono le segnalazioni pervenute da residenti di via Gandhi, via Clanio e altre zone, come numerosi sembrano essere gli esposti, firmati e anonimi, che molti cittadini stanno inviando alle autorità competenti, come il Nucleo Operativo Ecologia dei Carabinieri, l’Asl, l’Arpac, la polizia municipale e la stessa amministrazione comunale. Amministrazione che lo scorso anno, a seguito di ripetute proteste, aveva costituito un’unità di crisi ambientale per procedere ad un monitoraggio ambientale della cittadina. Ma oggi il problema della “puzza” si è ripresentato e, come l’anno scorso, non è dato sapere con certezza la provenienza di quegli odori notturni. I cittadini, assieme all’opposizione consiliare, indicano una ditta specializzata nella lavorazione di escrementi di pollame, mentre per il sindaco Salvatore Del Prete e la sua maggioranza il problema deriva dal cattivo funzionamento dell’impianto di depurazione presente nell’area industriale di Caivano-Pascarola.
Tornando al consiglio di ieri sera, com’era nelle previsioni, sono stati tantissimi i cittadini che vi hanno preso parte, gran parte dei quali hanno fatto un vero e proprio “tifo da stadio” per l’opposizione, mentre all’indirizzo del sindaco e della maggioranza sono state lanciate accuse a ripetizione, tant’è che lo stesso Del Prete ha dovuto interrompere più volte il suo intervento poiché impossibilitato a parlare. L’unica cosa che ieri accomunava maggioranza, opposizione e i cittadini era la “tutela della salute pubblica”. Per il resto si è consumato uno scontro senza esclusione di colpi.
“Abbiamo messo all’angolo la maggioranza che, ancora una volta, ha dimostrato di essere insensibile al problema ambientale. Se l’input non fosse venuto dalle opposizioni di far venire a galla il problema della puzza (nel 2005 con dei manifesti, nel 2006 con la richiesta e la successiva convocazione di un consiglio comunale e nel 2007 con la richiesta di un consiglio comunale urgente) la maggioranza avrebbe trascurato del tutto il problema”, afferma il consigliere di opposizione e capogruppo della Margherita, Giovanni Migliaccio, che poi ha contestato la relazione dell’assessore all’ambiente, Salvatore Patricelli, il quale ha ascritto le cause della “puzza” al depuratore nell’area Napoli Nord. “La relazione dell’assessore – ha detto Migliaccio – non è stata affatto credibile ed è stata contestata sia da noi dell’opposizione sia dal pubblico”. La minoranza, alla fine, ha riproposto l’insediamento di un tavolo tecnico-politico composto dai capigruppo di maggioranza e opposizione, tecnici esperti e da cittadini maggiormente esposti al problema. “Abbiamo presentato al sindaco una bozza di convenzione con il dipartimento scienze ambientali della Sun di Napoli”, ha spiegato Migliaccio.
La sua relazione è stata contestata ma ha ottenuto l’appoggio del sindaco Del Prete e dell’intera maggioranza. Salvatore Patricelli, assessore all’ambiente, durante l’assise di ieri sera ha illustrato le risultanze dell’attività investigativa condotta in questi mesi da una società privata, specializzata in materia, e dalle competenti autorità pubbliche, quali Asl ed Arpac. “Una premessa mi pare indispensabile: – ha detto Patricelli – questa amministrazione è da sempre sensibile alle problematiche ambientali ed alle sue risoluzioni e le ha poste come punto prioritario del proprio programma politico”. L’esponente dell’esecutivo si è quindi addentrato nel problema: “Dalla relazione conclusiva – ha spiegato – è emerso che il fenomeno delle esalazioni nauseabonde è circoscritto ad un’area precisa: quella che confina con la zona industriale di Caivano-Pascarola in cui sono presenti un impianto di Cdr, un impianto di compostaggio ed un impianto di depurazione delle acque reflue urbane con i relativi collettori e canali”. Poi ha aggiunto: “Svariati ed opportuni sopralluoghi effettuati anche nel mese di agosto e pervenuti al nostro ente il 3 settembre scorso, hanno evidenziato, ancora una volta, che i miasmi sono ascrivibili a quell’area del caivanese e dipendono dal cattivo funzionamento dell’impianto di depurazione Napoli Nord, in particolare dalle modalità di gestione dell’intero processo di produzione, separazione e trattamento dei fanghi di depurazione”. Soddisfatto il sindaco Del Prete, il quale, durante il suo intervento, ha affermato: “Aver capito la radice del problema è un ottimo punto di partenza. Però non bisogna fermarsi qui”. La volontà dell’amministrazione è di agire su tre precise direttrici di intervento, come ha spiegato il primo cittadino: “Continuare con le inchieste e gli screening territoriali, anche in collaborazione col Dipartimento di Scienze Ambientali della Seconda Università degli Studi di Napoli; allargare la discussione anche su scala intercomunale, nell’ambito dell’Unione dei Comuni, anche perché il problema investe tutta l’area atellana; rinsaldare la commissione ambientale formata da consiglieri comunali, cittadini e rappresentanti di associazioni ambientaliste”. Intanto, si attiva anche Legambiente attraverso uno dei suoi dirigenti, Francesco Pascale, il quale ha annunciato di voler richiedere al Comune una copia della relazione sia della ditta privata che dell’Arpac per capire come sono state svolte le indagini ambientali ed in quali precisi laboratori.
IL VIDEO DEL CONSIGLIO
Consiglio Comunale 11.09.07 – 1° Parte |
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