Alla luce degli arresti dell’ex presidente del Cda del consorzio tessile-calzaturiero Impreco, Luigi Giangrande, assieme ad altri cinque imprenditori associati e ad un funzionario di banca, con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata, 14 aziende consorziate, attraverso il loro consulente Paolo Russo, si dichiarano “sane” ed evidenziano le proprie controdeduzioni all’inchiesta della Guardia di Finanza.
La presente memoria si propone di chiarire una serie di aspetti relativi agli investimenti effettuati nell’ambito del Contratto di Programma Impre.Co. in ordine alla consistenza economico patrimoniale dei soci e delle società consorziate, alla valutazione dell’investimento con particolare riguardo al valore delle opere murarie, al chiarimento degli apporti di mezzi propri oltre che al pagamento di talune fatture. Tale memoria ha necessariamente il carattere di sintesi e parte dal presupposto che tali problematiche sono unite tra di loro. Ciascuna delle affermazioni qui contenute è supportata da documentazione probante che all’occorrenza se richiesta potrà essere prodotta in tempi rapidi. Nel contempo nessuna delle affermazioni contenute nel presente documento è frutto di dichiarazioni o interpretazioni essendo intenzione di colui che l’ha redatta fornire un contributo tangibile, misurabile e verificabile in ordine alla chiarificazione dei fatti e alla logica concettuale sotto il profilo finanziario, transattivo, contrattuale e imprenditoriale che ha caratterizzato un insieme di operazioni che sono alla base degli investimenti effettuati.
Sulla consistenza economico patrimoniale dei soci e delle società consorziate
Il Contratto di Programma Impre.Co scarl viene sottoscritto in data luglio 2000 tra il Ministero delle Attività produttive e
Va da se che:
· se una banca quale il San Paolo Banco di Napoli ha approvato per ben due volte ed a distanza di oltre due anni i progetti presentati e quindi ha asseverato la consistenza economico finanziaria dei soci e delle aziende (dimostrata attraverso le consistenze economiche presso di istituti di credito primari);
· se il Ministero delle Attività Produttive ne ha fatto proprie tale risultanze istruttorie positive emettendo prima il decreto ministeriale di anticipazione e poi il decreto ministeriale di concessione delle agevolazioni;
· se tre tra le maggiori assicurazioni del paese ne hanno garantito (dopo le relative analisi istruttorie economico finanziarie) attraverso una fideiussione per ciascuna azienda l’importo anticipato;
· se 7 tra le maggiori banche del paese hanno dopo le relative istruttorie economico-finanziarie e patrimoniali positive per le maggior parte delle aziende delle 21 aziende site in Carinaro nell’ambito del Contratto di Programma, deciso di anticipare anche ulteriori risorse nell’ordine di oltre dieci milioni di euro complessivamente;
· se i soci della maggior parte delle 21 imprese hanno provveduto, oltre al reperimento delle risorse presso istituti di credito, ad apportare ulteriori mezzi propri come emerge dai bonifici effettuati, dalle transazioni bancarie, dai verbali di assemblea, dagli estratti conto, dalla contabilità, dai bilanci;
· se nonostante rispetto alla formulazione originaria dei progetti approvati che prevedevano l’immissione di non piu’ del 30% di risorse private, poi in realtà le risorse realmente immesse grazie a mezzi propri ulteriori, alla capacità di accesso al credito dei soci e delle aziende consorziate, sono state pari a oltre il 70% dell’investimento talchè gli stessi sono completati e quasi tutte le aziende sono in produzione avendo nei pochi mesi trascorsi dall’inizio del loro funzionamento provveduto ad assumere circa 400 persone
risulta allora evidente come le imprese consorziate, i loro soci, i procuratori di entrambe e gli amministratori del consorzio hanno alla luce dei fatti operato per completare gli investimenti, portare a termine le iniziative imprenditoriali assumendosi rischi ed oneri finanziari ben al di là di quelli contrattualizzati nel Contratto di Programma dando luogo ad iniziative che nel loro complesso rappresentano una delle piu’ grandi iniziative imprenditoriali di aggregazioni di imprese del meridione d’Italia e ciò grazie al merito creditizio vantato dalle stesse imprese laddove la mano pubblica ad oggi è stata solo foriera lacci e lacciuoli che non ne hanno agevolato l’insediamento e non certo foriera di risorse se non nella misura minimale citata: ad oggi, rispetto a oltre 120 milioni di investimento realizzati, solo 40 milioni sono oggetto di finanziamento pubblico. Il persistere di questa contraddizione (la finanza agevolata dovrebbe agevolare e non ostacolare chi investe per creare sviluppo e quindi occupazione e non ostacolarla) sarà presto foriera di default uno dopo l’altro essendo già evidenti i primi segnali di ciò (si pensi al caso della GIVI srl già in difficoltà) con conseguenze catastrofiche sulle iniziative imprenditoriali e sull’occupazione: un iniziativa imprenditoriale necessita di risorse e tempi certi.
Sulla valutazione dell’investimento in ordine al valore delle opere murarie, alla soprafatturazione ed alle transazioni bancarie per il pagamento a Cogepi spa
Una delle contraddizioni dalle affermazioni della GdF che emergono rispetto all’investimento realizzato è in ordine al valore delle opere murarie. Il valore delle opere murarie è stato stimato in sede preventiva rispetto all’investimento da realizzarsi attraverso computi metrici redatti da tecnici abilitati che sono stati analizzati e valutati, a loro volta, per ben due volte da parte degli ingegneri del San Paolo Banco di Napoli e cioè nel corso dell’istruttoria del 2002 e del supplemento di istruttoria del 2004 (le risultanze istruttorie sono presso il MAP e MCC spa). Le contraddizioni cui si accennava sono dovute al fatto che rispetto ad una soprafatturazione paventata dalla GdF che nel corso delle indagini dalle due istruttorie alla fine è emerso un costo a mq pari a 380 a mq per il primo terra e a 190 a mq per il primo piano di ciascun capannone. Orbene va sottolineato innanzitutto che tale valore a mq nasceva da uno sconto pari al 5% del valore di riferimento che era quello del prontuario della Regione Campania notoriamente preso a mo di indicatore riferimento per la realizzazione dei lavori pubblici. Ci si chiede pertanto come sia possibile parlare di soprafatturazione se il valore preso come riferimento è quello delle tabelle di un ente pubblico peraltro praticando degli sconti (il 5%) sullo stesso. Ma vi è di piu’ nel redigere il computo metrico si è fatto riferimento a prezzi che erano si del prontuario della Regione Campania, ma ci si è dimenticati di considerare che lo stesso era datato di almeno 10 anni: il prontuario era del 1990 laddove i computi metrici erano di inizio anni 2000 e l’investimento partiva nel 2002. Pertanto è semmai vero il contrario di quanto affermato dalla GdF: il valore delle opere murarie era sottostimato rispetto al valore di realizzo. Ad ulteriore ed inequivocabile dimostrazione di ciò si consideri quanto segue: il valore delle opere murarie da realizzarsi relativo al primo piano di ciascun capannone per un errore di calcolo e di impostazione fatto dal Banco di Napoli in sede di istruttoria veniva valutato al 50% di quanto dovuto. Tale errore infatti come emerge in istruttoria è riconducibile alla erronea convinzione che il primo piano di ciascun capannone fosse un soppalco e non una struttura avente le stesse caratteristiche (strutturali, di materiali, definizione, ecc.) del piano inferione costato invece esattamente il doppio. Di ciò è possibile averne contezza leggendo le istruttorie del 2002 dell’attuale San Paolo Banco di Napoli. Ancora con riferimento al valore delle opere murarie delle 21 aziende indagate site in Carinaro va detto che avendo la maggior parte delle stesse avuto accesso a mutui con 7 diverse banche si è potuto verificare come dalle perizie delle banche il valore dei capannoni fosse ben superiore e di gran lunga al valore di costo a mq approvato dal San Paolo Banco di Napoli e sulla scorta del quale in proporzione sono stati stabiliti i contributi e sia con riferimento al primo piano sia con riferimento al piano terra. Come ulteriore dimostrazione di ciò si pensi al fatto che il valore fatturato dal main contractor Cogepi per le opere murarie è dovuto essere necessariamente superiore a quanto approvato dall’istituto San Paolo Banco di Napoli e recepito nei decreti da parte del MAP e che questo aggravio di spesa è stato accettato e sopportato da ciascuna impresa senza che alle stesse corrispondesse alcun tipo di beneficio finanziario e che pertanto sulle finanze pubbliche gravasse alcun tipo di onere aggiuntivo. Come dimostrato viene pertanto meno qualsiasi ipotesi di soprafatturazione ed emerge in modo tangibile semmai il contrario: il valore delle opere murarie approvate è stato inferiore a quelle necessarie e per questo motivo ciascuna impresa finirà per ricevere minori contributi e, in modo speculare si può affermare che il valore delle opere murarie poiché necessariamente superiore rispetto a quanto erroneamente attraverso una sottostima approvato da Banco di Napoli, non darà luogo ad alcun maggior beneficio alle imprese in termini di contributi pubblici ma è semmai vero il contrario e che cioè aumentando i costi rispetto a quanto originariamente approvato ciascuna impresa ha finito per sopportare un costo maggiore oltre a non aver beneficiato di alcun vantaggio, in relazione allo stesso. E’ pertanto paradossale che in qualche modo si voglia configurare il carattere fraudolento ad un operazione (quella del costo delle opere murarie) che si è trasformata in un maggior costo rispetto a quanto sarebbe dovuto avvenire e non in un maggior vantaggio finanziario per ciascuna impresa (presupposto questo della frode) peraltro spettante.
Infine, sempre con riferimento a quanto sostenuto dalla GdF nei verbali redatti in seguito ai sopralluoghi effettuati presso le aziende laddove tale presunta soprafatturazione viene fatta emergere, laddove si parla di simulazione delle transazione di pagamento fatte a Cogepi da parte di ciascuna azienda si osservi quanto segue:
·ciascuna operazione è frutto di una transazione bancaria ratificata dall’amministratore ciascuna azienda con relativa sottoscrizione dell’ordine di bonifico;
· ha dato luogo ad una regolare registrazione contabile;
· ad una regolare appostazione in bilancio;
· è supportata da un regolare contratto tra Cogepi e ciascuna azienda;
· è supportata da regolari fatturazioni;
· è supportata dai relativi quietanzamenti delle stesse;
· è supportata dalle relative liberazioni da parte di Cogepi spa;
· non è stata oggetto di alcuna contestazione ad oggi (dopo oltre 2 anni e mezzo dalla transazione) di alcuna azienda;
· non ha dato alcun vantaggio ad alcuna azienda consorziata (ne di ordine finanziario ne di alcun altro tipo) che semmai sono state penalizzate dall’istruttoria del Banco di Napoli avendo le stesse ex ante e come poi appurato anche a consuntivo titolarità per maggiori contributi rispetto a quelli assegnateli.