AVERSA. Nella cattedrale normanna ieri si è svolto l’incontro ecumenico tra l’Arcivescovo di Aversa Mario Milano e il metropolita di Smolensk e Kaliningrad Kirill Gundjaev, responsabile delle relazioni internazionali della Chiesa Ortodossa Russa.
Presenti, il Prefetto di Caserta, Maria Elena Stasi e, per l’amministrazione comunale, il consigliere Romilda Balivo. Un incontro possibile alla luce della visita papale di Napoli, alla quale hanno partecipato i capi religiosi delle principali confessioni mondiali, per rilanciare un’immagine (oggi un po’ appannata) di quell’ecumenismo figlio del Concilio Vaticano II e dei pontificati di Giovanni XXIII e Paolo VI. Sono stati celebrati i vespri, con una introduzione del vescovo aversano sull’importanza della visita del “fratello Kirill” e sull’unità della Chiesa, tema molto delicato nelle relazioni inter-ecclesiastiche tra le chiese d’Oriente e d’Occidente, divise da diverse concezioni teologiche e da diversi sviluppi storici.
La celebrazione del rito per San Paolo, considerato dall’ortodossia slava uno dei fondamenti della propria liturgia assieme a San Pietro, San Nicola e i Santi Cirillo e Metodio, ha visto la partecipazione numerosa di fedeli cattolici e ortodossi, specialmente donne, che hanno accolto il metropolita con il capo velato, tipico della tradizione russa. Il discorso del metropolita è stato molto interessante, alla luce della visita pontificia a Napoli e delle questioni irrisolte dell’ecumenismo: dopo aver parlato dell’esperienza della chiesa ortodossa in Urss, Kirill ha ampiamente trattato le problematiche del rapporto con la chiesa di Roma. Stimolato anche da monsignor Milano, il prelato russo ha risposto alla domanda ricorrente sull’unità delle due chiese rinviandola alla volontà divina, mentre ha sottolineato l’alleanza con la chiesa cattolica per quanto riguarda l’inserimento delle radici cristiane dell’Europa nella costituzione Ue. Richiamo in linea con la tradizione ortodossa, che si ritiene fondatrice del primo stato degli slavi orientali (la Rus’ di Kiev, da cui poi sono nati gli altri principati dell’epoca medioevale), e protagonista dell’epoca zarista: ieri Kirill ricordava la devozione dell’autocrazia moscovita alla chiesa ortodossa (posta sotto il controllo statale del Procuratore Generale, un laico, già dai tempi di Pietro il Grande), e la sottolineatura delle radici cristiane dell’Europa è anche una reminiscenza del passato ortodosso di evangelizzazione e di missioni verso la Siberia e l’Asia Centrale, considerate terre pagane. Kirill ha ricevuto in dono dal vescovo una riproduzione del tempietto della Madonna di Loreto sito nella cattedrale, mentre il prelato russo ha donato l’icona della Madonna di Vladimir – Suzdal, protettrice di Mosca.
Il metropolita è stato poi salutato dalle fedeli ortodosse accorse a omaggiarlo: gente semplice, molto soddisfatta della visita. Come ci ha detto Oxana, una delle donne presenti ieri sera: “E’ commovente poter ascoltare un nostro padre parlare in una città in cui i fratelli ortodossi sono presenti in gran numero,è un modo anche per far conoscere la nostra spiritualità”, mentre Nataliya teneva a far presente come “eventi del genere ci portano aria di casa, lavorare in un paese straniero tanto diverso per noi è molto duro”. Il territorio dell’agro aversano è ormai multiconfessionale, l’immigrazione di tanti popoli diversi ha reso possibile che in case spesso situate sulla stessa strada sia possibile ascoltare la sura del profeta Maometto, le preghiere alla Madonna di Vladimir o il rosario: un caleidoscopio religioso.