SAN NICOLA LA STRADA (Caserta). Riflessioni di Antonio Roano sull’ondata di antipolitica che investe l’Italia e le contraddizioni che ritiene siano presenti nell’ambito del nuovo Partito Democratico a San Nicola la Strada.
In questi giorni si discute molto di politica e di antipolitica. Spesso in modo poco comprensibile, in modo che è difficile capire di che si sta parlando. Perciò io qui voglio invitare a riflettere un momento che cosa in effetti possono significare politica e antipolitica, prima nella realtà nazionale e poi nella mia realtà territoriale, a San Nicola la Strada. Qualche anno fa tutto sembrava più semplice. C’erano le grandi ideologie che si contrapponevano, quella capitalista e quella comunista, ed esistevano schieramenti politici che avevano connotati precisi e che erano, per definizione, alternativi. Con la caduta del muro di Berlino e la fine della guerra fredda, le vecchie ideologie avrebbero dovuto essere sostituite da progetti politici in concorrenza tra loro, tali da consentire agli elettori la scelta tra modelli diversi di sviluppo. Si è fatta invece una confusione tremenda. I governi definiti di destra hanno incrementato la spesa pubblica e diminuito la concorrenza, mentre quelli definiti di sinistra hanno imposto sacrifici ai lavoratori a favore delle imprese e del capitale. Vedi l’accordo per l’eliminazione della contingenza stilato negli anni 80 dal governo Craxi, la revisione del sistema pensionistico voluto dal Governo Dini, o l’introduzione del lavoro flessibile voluto dal ministro del Lavoro Treu della Margherita. La riforma del welfare è un esempio lampante di confusione. I sindacati ed il Governo Prodi hanno riproposto in modo quasi integrale ai lavoratori il protocollo sulle pensioni e sul lavoro attuato dal governo Berlusconi, contro il quale si era fondata la loro battaglia elettorale. Questo è avvenuto perché la proposta è stata illustrata come una riforma diversa e positiva grazie alla collaborazione con i sindacati e utilizzando i mezzi di comunicazione asserviti al potere di turno. Oggi i progetti politici o non ci sono o sono molto confusi e vengono opportunisticamente adattati alle esigenze di chi governa, non di chi è governato. Ai contenuti sono stati sostituiti simboli che ci vogliono trasformare tutti in tifosi di questa o quella squadra. Senza neanche farci capire quali partite in realtà si stanno giocando sulla nostra pelle.
Oggi in molti casi si è di sinistra o di destra per motivi irrazionali, al di là degli atti concreti di indirizzo economico e sociale che gli opposti schieramenti di volta in volta mostrano di attuare. E’ tutto un’enorme pastrocchio nel quale non ha più molto senso parlare di avversari politici per vere differenze di progetti. Le alleanze di volta in volta si compongono e si scompongono solo in virtù di interessi di carattere personale, non di indirizzo programmatico. Un esempio recente è il caso del consigliere regionale Brancaccio, emigrato dai Ds all’Udeur portandosi dietro ben duemila tesserati ed intere sezioni di partito sparse sul territorio.
A San Nicola la Strada non si fa eccezione. Nella maggioranza del sindaco Pascariello ci sono liste pseudo-civiche contenenti frange del Partito Democratico (Giuseppe Russo, Luigi Landolfi, Raffaele Narducci), di Italia dei Valori (Luca Paradiso) e dell’Udeur (Domenico Palumbo) che convivono tranquillamente con partiti come Alleanza Nazionale e Forza Italia. E lo stesso accade nell’opposizione: qui, accanto alla parte “ufficiale” del Partito Democratico composta da Lucia Esposito, Pietro Maienza, Bartolomeo Letizia, Giuseppe Esposito e Giuseppe Celiento, fedeli al presidente della Provincia De Franciscis – a sua volta profugo dall’Udeur e ancor prima dalla Margherita – restano i due consiglieri dell’Udc e l’unico consigliere di Rifondazione Comunista, Pasquale Panico. Un’ulteriore conferma dello stato confusionale si è avuta alle primarie del Partito Democratico del 14 ottobre, in cui si è potuto assistere ad una fantastica “passerella”. Si sono viste, infatti, parecchie persone che fanno riferimento allo schieramento di maggioranza e i loro parenti, tra cui qualcuno dichiaratamente di destra, andare allegramente a votare per la figlia di Giuseppe Russo candidatasi nella lista di Iannuzzi (Bassolino–De Mita–Rosa Suppa) o per la lista di Lucia Esposito e Lucia Annunziata (De Franciscis), confessando candidamente che un favore ad un amico non si rifiuta. Vediamo che questi ed altri comportamenti hanno trasformato la grande occasione delle primarie in una farsa in ambito regionale. Ora si accusano a vicenda e si accapigliano quelli che avrebbero dare alla gente nuove speranze. Con il nuovo partito hanno cambiato tutto per lasciare tutto uguale, anzi forse per fare peggio. Quale credibilità potrà avere a San Nicola un’opposizione che si è comportata così quando si troverà in consiglio comunale a dover contrastare con decisione le deliberazioni della maggioranza? E il Partito Democratico a chi farà riferimento? Alla maggioranza o alla minoranza del Consiglio Comunale? Come si vede, in giro c’è poca chiarezza. I cittadini farebbero bene ad aprire gli occhi e a partecipare alla vita pubblica ed ai consigli comunali, a sforzarsi di capire al di là degli slogan. Per evitare questi trasformismi che vanno solo contro gli interessi dell’intera cittadinanza, come si è verificato nel disgraziato caso della discarica Lo Uttaro. La vera antipolitica è il gioco di chi pensa una cosa, ne dice un’altra e ne fa una terza, protestando poi contro chi pretende con coerenza e coraggio il mantenimento degli impegni presi al momento del voto.