Impreco, arrestato l”ex presidente Luigi Giangrande

di Antonio Taglialatela

Luigi GiangrandeCARINARO. Arrestato l’ex presidente del consorzio “Impreco”, Luigi Giangrande, commercialista, assieme ad altri cinque imprenditori associati e ad un funzionario di banca, con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata.

Gli altri arrestati sono Achille Pagano (51 anni di Aversa), amministratore pro-tempore della società di costruzioni Cogepi, appaltatrice dei lavori di realizzazione del consorzio (con sede legale a Roma e sede operativa ad Aversa); Umberto Colonna, funzionario del San Paolo-Banco di Napoli, agenzia di Caserta (Largo Amico), già funzionario del Centro Imprese di Caserta della stessa banca; gli imprenditori Leonardo Marzocchi (47 anni, Teverola), della Edilmarzocchi di Teverola, Domenico Di Martino (53 anni, Casaluce), titolare della Codedim, e il padre di quest’ultimo Emilio Di Martino(80 anni, Casaluce) che ha beneficiato degli arresti domiciliari. Le ditte di Marzocchi e dei Di Martino erano subappaltatrici dei lavori di realizzazione del polo industriale. Per altri venti imprenditori associati al consorzio (Impreco s.c.a.r.l.) è scattato l’obbligo di dimora presso i comuni di residenza.

L’operazione è stata effettuata dalla Guardia di Finanza di Napoli, su disposizione del gip Egle Pilla della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere che, negli ultimi mesi, aveva avviato un’inchiesta, condotta dal sostituto procuratore Maria Di Mauro, per verificare lo stato del consorzio tessile-calzaturiero, situato nelle aree industriali di Gricignano e Carinaro, in provincia di Caserta, emettendo avvisi di garanzia.

Nel dettaglio, l’accusa riguarda il percepimento, senza il possesso di requisiti, di finanziamenti pubblici: 160 milioni di euro, di cui 100 a carico dello Stato e della Regione Campania, a valere dei fondi della legge 488/92. Finanziamenti che l’Impreco aveva ottenuto grazie ad un contratto di programma approvato nel 2000 dal Cipe e stipulato nel 2001 con il ministero delle Attività Produttive. La condizione obbligatoria per avere i finanziamenti era la disponibilità finanziaria del consorzio di almeno il 25% dell’ammontare complessivo degli investimenti (la metà dei quali da versare entro e non oltre il 30 giugno 2004), nonché il pagamento ai fornitori, entro la stessa data, di almeno il 50% della spesa prevista.

Attraverso una convenzione l’Impreco aveva incaricato il San Paolo-Banco di Napoli, dell’istruttoria tecnico-economica necessaria per valutare l’ammissibilità delle agevolazioni. La stessa banca, però, rilevava anomale movimentazioni finanziarie tutte effettuate, da parte dei legali rappresentanti di numerose imprese consorziate all’Impreco, nei giorni del 29 e 30 giugno 2004 presso una propria filiale di Caserta. Un fatto che l’istituto di credito segnalava alla Guardia di Finanza.

Così partivano le indagini da parte del Nucleo di Polizia Tributaria di Napoli che scopriva un fraudolento sistema di operazioni finanziarie, escogitato dai promotori del sodalizio criminale ed attuato dai legali rappresentanti e soci delle imprese consorziate, per documentare, artificiosamente, l’avvenuto assolvimento degli oneri legati sia all’apporto dei “mezzi propri” che al pagamento dei fornitori. In sintesi, gli investigatori, accertavano girofondi “virtuali”, documentati con ben 124 bonifici, per un volume complessivo di movimentazioni fittizie superiore a 38 milioni di euro, tra le società appaltatrici, a vario titolo, delle opere e le imprese consorziate, rilevando che le operazioni bancarie sono state autorizzate in assenza di reale provvista e con scoperto di valuta, simulando, a monte, finanziamenti da parte delle già indicate società edili a consorziati, loro clienti. Insomma, la disponibilità finanziaria richiesta per i finanziamenti, in realtà, non c’era mai stata.

Un sistema che, secondo gli inquirenti, veniva progettato dall’ex presidente del consorzio Impreco, Luigi Giangrande, con il necessario avallo del Centro Imprese di Caserta del San Paolo Banco di Napoli, il quale autorizzava l’esecuzione contestuale di tali operazioni bancarie, tutte effettuate tra il 29 ed il 30 giugno 2004 su conti corrente privi di disponibilità finanziarie.

Intanto, l’Impreco aveva già percepito una prima tranche del finanziamento, pari a 20 milioni di euro, e stava per riscuoterne un’altra di 22 milioni.

Sull’argomento leggi anche:

Impreco, arrestato l’ex presidente Luigi Giangrande di Antonio Taglialatela del 24/10/2007

Polo Tessile, Martino: “Ora si pensi subito agli indennizzi” di Antonio Taglialatela del 3/08/2007

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IMPRECO: ennesima porta in faccia di Andrea Aquilante del 19/01/2007

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Commissione di controllo sul Polo Tessile di Antonio Taglialatela del 11/01/2007

Il caso Impreco sbarca in Parlamento di Antonio Taglialatela del 15/12/2006

…e guarda la Videointervista ad Antimo Verde:

Antimo Verde: la questione Polo Tessile

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