“I periti dichiarano Lo Uttaro un disastro ambientale”

di Redazione

discarica Lo UttaroCASERTA. “La discarica per rifiuti che nell’aprile scorso è stata aperta in località Lo Uttaro, Caserta, è un disastro ambientale e sanitario. Ciò risulta ora ufficialmente dalla relazione CTU (Consulenza Tecnica d’Ufficio) richiesta dal Tribunale di Napoli al professor Salvatore De Rosa, ordinario di ingegneria sanitaria ambientale dell’Università della Calabria.

La relazione e le conseguenti ulteriori azioni intraprese dal Comitato Emergenza Rifiuti di Caserta, a tutela dei cittadini dei 4 comuni maggiormente colpiti dai danni della discarica, verranno illustrate a Caserta sabato 20 ottobre alle 10.30, nella sede del Circolo Nazionale, in piazza Dante 1. Saranno presenti l’avvocato Luigi Adinolfi, che sta conducendo un’azione legale per la chiusura della discarica, e per il Comitato Emergenza Rifiuti Giovannna Maietta, Giuseppe Messina e Antonio Roano. Del disastro a Lo Uttaro si erano già resi conto i 200 mila cittadini della conurbazione casertana, molti residenti a poche centinaia di metri dalla discarica, che da mesi sono tormentati da ondate di puzza nauseante e irritante. La gravità della situazione era inoltre denunciata dalle argomentate contestazioni del Comitato Emergenza Rifiuti e dai i verbali di vari sopralluoghi dei tecnici di un comitato garanti appositamente ma vanamente istituito dallo stesso Commissariato per l’Emergenza Rifiuti di Napoli. Autorità e amministratori locali sono rimasti finora sordi alle proteste. All’inizio diffondendo addirittura nei circuiti dell’informazione la falsa notizia che Lo Uttaro era una “discarica modello”. Sarebbe bastato a chiunque dare un’occhiata ai quartieri fittamente abitati adiacenti alla discarica e annusare l’aria per capire che il preteso modello era una mostruosità. Il Comitato Emergenza Rifiuti ha fatto da centro di coordinamento per le crescenti proteste della cittadinanza – numerose le manifestazioni, l’ultima una marcia No Uttaro il 29 settembre con migliaia di partecipanti – e ha promosso varie azioni giudiziarie. Tra queste un ricorso ex art. 700 c.p.c. che in un primo momento era stato accolto dal Tribunale di Napoli (luogo del giudizio in quanto sede del Commissariato che ha la responsabilità della discarica) portando alla chiusura dell’impianto il 3 agosto scorso a tutela della salute dei cittadini. Ma il prefetto-commissario Alessandro Pansa contro la salute dei cittadini aveva presentato ricorso e aveva ottenuto la sospensione della chiusura, ovvero la riapertura, dopo poco più di 24 ore. In pratica una proroga di avvelenamento per gli abitanti dell’area che hanno trascorso un’estate d’inferno. Ora la perizia richiesta dal Tribunale per pervenire a una decisione definitiva non solo conferma tutti gli elementi del misfatto ambientale segnalati nella prima sentenza, ma indica sviluppi e retroscena inquietanti di una vicenda dalla quale potrebbero emergere gravi responsabilità penali”.

ricevuto da: “Comitato Emergenza Rifiuti”

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