La crisi economica può indurre a tragici gesti

di Redazione

 L’Italia sta andando alla deriva senza che nessuno, classe politica compresa, sia in grado di dare una sterzata. Ultimo caso in ordine cronologico: l’operaio che si è tolto la vita per cause attribuibili al mutuo della casa.

L’esasperazione può essere la causa che ha spinto G.P. di 43 anni a farla finita con una vita piena di problemi. Sposato, con una moglie e un bambino, aveva contratto un mutuo per l’acquisto di una casa. Forse le difficoltà, dovute anche al licenziamento della moglie, lo hanno portato a compiere un gesto estremo, suicidandosi nella fabbrica dove lavorava. Questa è la sintesi di una vita diventata difficile per un mutuo con tassi d’interesse molto alti, che costringe molte famiglie a non avere più la possibilità di poter restituire il credito. Tragedie che si consumano sotto l’effetto di un disagio sociale che sta coinvolgendo molte famiglie. Un nucleo familiare monoreddito, tanti in Italia, non riesce ad onorare gli impegni della vita di tutti i giorni. Non è un caso sporadico, sono tanti i casi che coinvolgono milioni di famiglie. Quello di G.P. è soltanto l’ultimo di una lunga serie, forse altri casi analoghi non sono mai rimbalzati all’onore della cronaca. Oggi le famiglie sono visibilmente in difficoltà, costrette a correre dietro ai numeri delle calcolatrici per far quadrare il cerchio intorno a quelli che sono i fabbisogni di tutti i giorni. Il danno psicologico che ne deriva da uno stato di bisogno, può trascinare le persone ad avere un rigetto nei confronti della vita. I fattori scatenanti sono proprio i tanti debiti che le famiglie stanno accumulando nei confronti dell’erario, oltre ai tanti prestiti finanziari per ottenere quello che non riesco a comprare con una liquidità che non hanno. Molti capifamiglia vivono nel terrore di vedersi pignorare e messa all’asta, molte volte senza ricevere nessun avviso, la propria casa dalle società di recupero crediti. Strumento in mano a queste società che stanno letteralmente mandando in subbuglio la tranquillità di molti soggetti fisici. È un momento delicato per L’Italia e gli italiani, lo stato o chi per essi, ha il dovere d’intervenire con misure adeguate che vadano a sostegno delle tante difficoltà che ogni giorno corrono dietro alle famiglie. Innanzitutto capire il motivo per cui tante persone non riescono più a pagare, non solo i mutui, anche le bollette e collegati come: l’ici, l’acqua ecc. Tutto ciò rende difficoltosa la vita, perché proprio le società di riscossioni, volute dalla classe politica ma che non riesce a controllare il fenomeno, da un potere, a mio avviso illegittimo, a queste società, dove la gente non può fare altro che piegarsi e vedersi togliere quello che hanno. Altro fattore negativo sono gli interessi e le spese di gestione per i recuperi crediti che aggravano ulteriormente il debito. Infine, il raddoppio di un credito in mancanza di pagamento, esempio: una bolletta dell’acqua non pagata nel corso dell’anno, la cartella esattoriale arriva con una miriade di voci aggiuntive, se il tempo è ulteriormente prolungato il debito raddoppia. Sarebbe molto più semplice e ragionevole dare la possibilità all’utente di fargli pagare il dovuto, invece di aggravare ulteriormente la situazione con postille che vanno nelle tasche delle società di riscossioni. In questo momento di difficoltà sociale, bisogna trovare delle strade che aiutino le famiglie. In questo senso l’unico a spendere una parola è stato il ministro Paolo Ferrero, che ha proposto un fondo di solidarietà da collegare alla finanziaria, a sostegno delle famiglie che non possono far fronte alle rate del mutuo, inviando anche un telegramma di solidarietà alla famiglia dell’operaio suicida.

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