NAPOLI. La ricerca condotta da Legambiente con il Sole 24 Ore ha “fotografato” lo stato ambientale della città di Napoli. Ed è inutile dirlo, la situazione non è certo delle migliori.
Precipitiamo in fondo alla classifica dei 103 capoluoghi presi in considerazione, posizionandoci ad un drammatico 91° posto, perdendo ben ventiquattro posizioni rispetto alle rilevazioni dell’anno scorso. L’«Ecosistema urbano 2008», questo il nome dello studio co-prodotto dall’Associazione ambientalista e l’autorevole giornale economico, fa di Napoli la metropoli italiana dove si vive peggio. Ma vediamo nello specifico quali sono stati i punti analizzati che hanno determinato un collasso del genere. In primis, la raccolta differenziata: a Napoli è ferma al 6,1 per cento, peggio in Campania fa soltanto Avellino. L’acquedotto napoletano, secondo gli ambientalisti perde il 40 per cento dell’acqua potabile immessa in rete. Nell’acqua, oltre all’alto tasso di perdite di rete, c’è un’elevata percentuale di nitrati nell’acqua potabile: 14,6 milligrammi per litro, una cifra che pone Napoli all’ottantesimo posto in Italia. Il parco auto circolante in città – colpa anche della paura dei furti – è il più antico d’Italia: per quanto riguarda il tasso di smog cittadino, il Comune di Napoli addirittura non risponde al questionario.
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Napoli paga in classifica anche i dati insufficienti riguardanti la manutenzione delle fogne: secondo i dati di Legambiente, infatti, solo il 61 per cento delle acque di fogna viene depurato. Per quanto riguarda il trasporto pubblico, le quattro grandi aree metropolitane (Milano, Roma, Napoli e Torino) sono giudicate a parte rispetto alle altre città. Napoli e Torino restano decisamente staccate da Roma e Milano, entrambe sopra i quattrocento viaggi per abitante ogni anno: il capoluogo partenopeo è sotto i duecento. Insomma, caotica, inquinata, insostenibile, la nostra città e sempre più distante dai parametri europei e dalle città del nord, vedi Belluno, in vetta alla classifica delle metropoli eco-sostenibili.