MYANMAR. Dopo l’incontro con la leader dell’opposizione e premio Nobel per
Gambari è già tornato a Naypyidaw, il villaggio nella giungla che l’esercito ha voluto come nuova capitale dal 2005. Intanto, l’opposizione al regime annuncia uno sciopero generale contro la sanguinosa repressione operata nei confronti dei monaci e degli altri manifestanti. Ai confini con
I monaci, fautori della protesta, sono costretti a restare chiusi nei monasteri dove, stando alle poche fonti disponibili (la giunta miliare ha chiuso ogni contatto internet e mezzo di informazione nel Paese), starebbero avvenendo centinaia di arresti e pestaggi.
Solidarietà ai monaci buddisti e al popolo birmano è giunta domenica dal PapaBenedetto XVI che, al termine dell’Angelus, ha detto: “Seguo con grande trepidazione gli eventi. Mentre assicuro la mia solidale ed intensa preghiera e invito la Chiesa intera a fare altrettanto, auspico vivamente che venga trovata una soluzione pacifica, per il bene del Paese”.
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