BRESCIA. Sgozzata e seppellita nell’orto della villetta in cui viveva la famiglia a Sarezzo, nel Bresciano. Oggi per l’omicidio di Hina Saleem avvenuto l’11 agosto dell’anno scorso sono state chieste le condanne.
Il pm Paolo Guidi ha chiesto 30 anni di reclusione per il padre di Hina, Muhammad Saleem, e due anni per lo zio materno, accusandolo di concorso nell’occultamento del cadavere della ragazza, ma non di concorso nell’omicidio, al contrario di quanto accaduto inizialmente. Hina sarebbe stata attirata nella casa dei genitori, poi sarebbe stata portata al terzo piano e qui sgozzata, dopo che le erano state inferte oltre 20 coltellate con almeno due coltelli. Questa, secondo il padre, la giusta punizione per “salvare l’onore”. La ragazza era ritenuta colpevole dal congiunto di aver scelto, lei pakistana, di vivere all’occidentale.
Poco soddisfatto della richiesta a 30 anni si è detto Souad Sbai, presidente dell’associazione delle donne marocchine: “La richiesta del Pm Paolo Guidi non mi soddisfa completamente, per questo genere di reati ci vorrebbe solo l’ergastolo – ha commentato – Noi eravamo per l’ergastolo perché chi decapita una persona deve essere punito con una sentenza esemplare – ha continuato a spiegare