Rignano, la Cassazione smonta tesi accusatoria

di Redazione

 

ROMA. La Cassazione conferma la scarcerazione degli indagati per i presunti abusi sessuali nell’asilo di Olga Rovere, a Rignano Flaminio. Secondo la sentenza, gli abusi potrebbero essere stati commessi fuori la scuola e le testimonianze dei bambini influenzate dai loro genitori.

Visto il malessere dei bambini, peri supremi giudici le violenze si sarebbero realmente verificate ma, allo stato delle investigazioni, le stesse sarebbero state perpetrate con “modalità differenti” da quelle riferite nelle denunce. Mancano, insomma, indizi concreti tali da incriminare le tre maestre Patrizia Del Meglio, Silvana Magalotti, Marisa Pucci, l’autore televisivo Gianfranco Scancarello e il benzinaio Kelum Weramuni De Silva.

Ma non è tutto. Il consigliere Claudia Squassoni, giudice esperto sui diritti dei minori, smonta la tesi dell’accusa, scrivendo che “non c’è armonia tra gli accertamenti medici e le vere e proprie atrocità fisiche patite dai piccoli secondo il racconto dei genitori”. La stessa Squassoni descrive, inoltre, la “valenza labile” del risultato del test tricologico sui capelli dei bambini, per riscontrare la somministrazione di sedativi, poiché effettuato molti mesi dopo i fatti, così come crea incertezze la descrizione dei giocattoli fatta dai bambini che avrebbero subito abusi nelle abitazioni delle maestre. Descrizione “generica”, scrive il giudice, e riguardante “oggetti di uso comune”.

Smontata anche la tesi accusatoria relativa a come i bambini venivano allontanati dalla scuola. Per l’accusa le maestre accompagnavano i bimbi da scuola nelle loro case per violentarli, ma per la Cassazione “non è accertato che le maestre potessero uscire dall’asilo senza che la loro assenza fosse notata dal personale scolastico e a chi venivano affidati i piccoli rimasti senza assistenza”. E qui l’ipotesi della “suggestione”: “La possibilità che gli adulti abbiano influito con domande suggestive sulla spontaneità del racconto dei bambini – scrive la Cassazione – ha avuto conferma almeno in due casi nei quali i giudici del Tribunale del riesame hanno rilevato atteggiamenti prevaricatori, precisamente nelle videoregistrazioni. I genitori, prima di parlare con le autorità, si erano più volte riuniti, confrontandosi a vicenda e anche alla presenza dei figli e questo rende le loro denunce se non sospette, sicuramente particolari”.

Soddisfatti i legali dei cinque indagati. “Le motivazioni delle Cassazione sono un punto fermo per i successivi sviluppi dell’indagine. – afferma il professor Franco Coppi, difensore maestra Patrizia del Meglio e del marito Gianfranco ScancarelloMi pare che dalla sentenza emergano notevoli perplessità sulle dichiarazioni delle parti offese e la loro corrispondenza al contesto. Il giudice che dovrà trarre le fila di tutto ciò non potrà non tenerne conto”.

Mentre per l’avvocato Franco Merlino, legale di parte civile, la sentenza non dice affatto che gli abusi vanno cercati fuori dalla scuola, ma conferma di fatto l’impianto accusatorio. “La Cassazione – commenta Merlino – rimanda ad ulteriori indagini e approfondimenti, quali l’incidente probatorio, che oggi sono stati fatti, e che hanno escluso categoricamente, almeno per quanto riguarda i primi quattro bambini, qualsivoglia ipotesi di suggestione o induzione da parte dei genitori o di terzi”.

 

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