TURCHIA. La scorsa notte i guerriglieri curdi del Pkk hanno compiuto sanguinosi attentati ad Hakkari, nei pressi del confine iracheno. Il bilancio parla di 12 soldati turchi e 23 ribelli curdi morti.
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Queste secondo i dati forniti dallo stato maggiore turco. Ma le televisioni nazionali parlano di 16 morti, 17 feriti tra soldati turchi e altri 10 di loro rapiti dai ribelli. Poi, in giornata, ancora nei pressi di Kakkari, una mina è stata fatta esplodere al passaggio di un corteo nuziale, ferendo 10 persone che viaggiavano su un minibus. Tra di queste una è morta. La reazione dell’esercito turco non ha tardato: i soldati di Ankara stamani hanno bombardato 63 obiettivi in alcuni villaggi curdi del Nord Iraq. Ricordiamo che mercoledì scorso il parlamento turco ha autorizzato l’esercito per la distruzione dei campi da cui agiscono i ribelli curdi del Pkk, che negli ultimi tempi hanno intensificato azioni armate contro la Turchia. Una decisione che ha scatenato dure critiche da parte degli Stati Uniti e un appello del presidente iracheno Jalal Talabani alla moderazione e a cercare soluzioni non di tipo militare. Lo stesso talabani che ha invitato il Pkk a deporre le armi ed a lasciare l’Iraq, dopo un incontro con Massud Barzani, presidente della regione autonoma del Kurdistan iracheno, il quale ha detto: “Se la Turchia interverrà in Nord Iraq noi resteremo neutrali, ma non consegneremo mai i capi del Pkk. E, se saranno attaccati i civili, noi ci difenderemo”. Parole che aumentano decisamente la tensione. Intanto, questa sera il premier turco Tayyip Erdogan ha indetto un vertice di sicurezza ad Ankara.