Allarme sicurezza al Tribunale di Aversa

di Redazione

Il tribunale di AversaAVERSA. Tribunale sotto sfratto. La sede della sezione distaccata del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, in via Corcioni, ad Aversa, rischia di essere spostata.

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Ad ospitare gli uffici giudiziari non saranno però i nuovi locali del polo giudiziario in via San Domenico, che ancora non sono pronti e i cui lavori sono bloccati ormai da tempo, ma un’altra struttura provvisoria. La necessità di questo cambiamento è dovuta ad un’ingiunzione di sfratto presentata dal proprietario dello stabile, lo scorso dicembre, per la scadenza del contratto di locazione, al Comune. Il locatario formale, infatti, resta il Comune di Aversa anche se a rimanere “senza casa” sarà il Monocratico della città normanna. La questione è tanto spinosa quanto imbarazzante. Soprattutto se si considera quanto già carente, dal punto di vista strutturale, risulta essere il complesso di via Corcioni. “Uno scantinato”: così viene spesso definito dagli stessi operatori di giustizia, che quotidianamente si trovano a lavorare in condizioni di estrema precarietà. Problematicità di diversi generi. Si va, infatti, dalla mancanza di aule adeguate per le udienze alla insufficienza di parcheggi, dalla scarsità di personale all’inadeguatezza della sorveglianza, e dunque della sicurezza. Tutti problemi, già di per sé gravi, che sono resi ancora più complicati “in queste condizioni di criminalità comune e organizzata” di cui, appunto, soffre il territorio e che puntualmente sono state evidenziate alle autorità competenti dallo stesso magistrato coordinatore del tribunale di Aversa, Alberto Maria Picardi. Ma gli innumerevoli appelli, che anche in passato sono stati proposti in occasioni più o meno pubbliche, sembrano essere rimasti inascoltati. La condizione di disagio in cui sono costretti a lavorare giudici, magistrati, avvocati, operatori di segreteria e quanti altri orbitano nella sfera della giustizia, non è affatto cambiata, anzi accenna a peggiorare. La struttura che, nel caso di sgombero dei locali, dovrà ospitare gli uffici giudiziari “non è ancora stata scelta e probabilmente sarà – afferma Picardi – ancora più carente di quella attuale”. Inoltre, a spaventare sembra essere il fatto che “spesso la transitorietà diventa normalità” e la possibile nuova sede privata potrebbe diventare la casa perennemente provvisoria del tribunale. Questo però, secondo il giudice Picardi, “non è il modo, in termini di efficacia ed efficienza, di affrontare il problema”. Già il fatto “di dover amministrare la giustizia in un condominio, dove tra l’altro non si è ben tollerati dai condomini”, è una situazione imbarazzante. Avere poi “l’edificio sotto sfratto è una cosa quanto meno anomala”. Intanto, la causa civile di sfratto è in discussione presso il tribunale di Santa Maria Capua Vetere e ad Aversa c’è aria di attesa.

il giudice Alberto Maria PicardiEdi anomalie presso il tribunale di Aversa se ne contano tante. La più evidente la posizione in cui si trova lo stabile: un condominio in cui mancano parcheggi, è assente una zona riservata agli addetti ai lavori, in cui le cause vengono discusse in stanze, umide, poste a qualche metro sotto il livello della strada. Ogni giorno presso il tribunale arrivano “circa 150 persone, solo per il penale, più gli avvocati e le parti civili. C’è poi da aggiungere l’utenza per il civile”. Di persone dunque ne arrivano, quotidianamente, a centinaia. Ecco che scatta il caos. Le strisce blu tutte occupate, gli automobilisti parcheggiano sull’altro lato della strada e non dimenticano nemmeno i posti riservati ai portatori di handicap. Poi arrivano le auto della polizia e dei carabinieri, le camionette con i detenuti. E la situazione peggiora. Intanto in strada non ci sono vigili urbani per regolare il traffico da tempo impazzito. La responsabilità è, secondo il magistrato coordinatore del tribunale monocratico di Aversa, il giudice Alberto Maria Picardi, “del Comune. C’è una colpevole assenza delle forze dell’ordine più vicine al territorio. – afferma il giudice – E’ facile scaricare la colpa di questi disagi, che poi rappresentano una fonte di insicurezza costante e di non poco conto, sul governo. – sentenzia Picardi – I vigili urbani sono uomini delle forze dell’ordine e a loro compete la sorveglianza del territorio”. Il Comune dunque dovrebbe farsi carico di queste problematicità. Ma anche “il Comitato di ordine e sicurezza” che dovrebbe “garantire – secondo Picardi – l’applicazione della legge e delle regole elementari di sicurezza e di buon senso”. Sì, perché proprio le regole di buon senso mancano nel tribunale di Aversa. Fotografarlo non si può ma, paradossalmente, entrarci è un gioco da ragazzi. Tutti e tutto entra in tribunale. A controllare gli accessi “solo due operatori delle forze dell’ordine. Un poliziotto o un carabiniere (che a turno sono di servizio presso la struttura) e un agente della vigilanza privata “Libertà e Giustizia” sono di guardia all’entrata della struttura. Non ci sono controlli. Nessuna perquisizione, niente metal detector”. Insomma per un kamikaze sarebbe uno scherzo farsi esplodere all’interno di un’aula giudiziaria. Eppure di richieste ne sono state inoltrate. “La situazione è nota al presidente del tribunale, alle forze dell’ordine e alla prefettura. Con fatica – dice ancora il giudice Picardi – abbiamo ottenuto la presenza delle due unità. Un numero certo insufficiente”. La preoccupazione aumenta. Gli episodi che si sono registrati in alcuni tribunali hanno fatto crescere l’allerta. Ma anche le minacce e gli allarmi di vario genere che sono scattati a seguito di atti precisi, poi denunciati, hanno creato un certo tipo di atteggiamento critico. Nel tempo il tribunale è stato oggetto e vittima di una serie di situazioni spiacevoli. Lo stesso Picardi le ricorda, senza ovviamente scendere nei particolari, quasi a voler lanciare un ulteriore allarme: “Sono state fatte minacce alla struttura e dunque alle persone fisiche che la rappresentano”. Ci sono stati casi particolari: “Un allarme bomba in coincidenza con delle indagini che si stavano effettuando su alcuni uomini del clan”, ma la situazione, seppure “tutto è stato regolarmente denunciato”, è rimasta la stessa.

diLuisa Conte (Corriere di Caserta, sabato 03.10.07)

Addelio, direttore della Cancelleria “I giudici sono soli”. Questa l’affermazione, quasi una richiesta di aiuto, fatta dal giudice Alberto Maria Picardi, coordinatore della sezione distaccata di Aversa del Tribunale di Santa Maria C.V. relativamente alla difficoltà tecniche, logistiche e numeriche del personale togato e non togato. Un tribunale, oggi ubicato in un condominio, che “ha di fatto – secondo quanto riferito dal giudice Picardi – tutte le carte in regola per essere considerato un vero e proprio Palazzo di Giustizia”, non fosse altro che per i numeri, da capogiro. Oltre 150 persone al giorno, solo per il tribunale penale, transitano negli uffici al piano terra. Che arrivano a 400 tra avvocati, test, cancellieri, e personale che orbita intorno al mondo legale. Ma quello che sorprende maggiorente è il carico di lavoro che comprende tutti gli atti civili e penali dei 14 comuni dell’interland aversano, in molti casi ad esempio il tempo medio di definizione di un processo di primo grado è di soli 5 mesi, un andamento molto positivo visti i tempi di molti Fori del sud Italia. “Questi risultati sono anche il frutto del lavoro degli operatori di cancelleria” – ha precisato il dottor Addelio, direttore della stessa Cancelleria – “Il nostro problema principale resta, però, la mancanza di personale. Oggi siamo solo 18 in forza, su una pianta organica che ne prevederebbe almeno 24 di operatori giudiziari. Questo Tribunale rispetta gli standard qualitativi dei migliori Fori d’Italia, il peccato è che il personale manca e non si riesce a rimpiazzarlo”. Fanno eco alle dichiarazioni del dottor Addelio quelle di Vincenzo Mirabella, dirigente dell’ufficio Unep: “Nello specifico, l’ufficio da me diretto, si occupa di sfratti, di esecuzioni e di notifiche in un territorio tanto ampio quanto difficile. L’emergenza organico è ormai all’ordine del giorno e qui facciamo turni interni lunghissimi, solo per garantire un efficienza tale da assicurare la funzionalità dell’intero Tribunale”. Insomma oltre la permanente emergenza organica si deve affrontare anche una difficile situazione ambientale, situazione che vede protagonista un territorio complesso e martirizzato come quello di Terra di lavoro in cui anche la giustizia deve fare i conti con un senso della legalità labile e difficile da attuare.

diIda Iorio (Corriere di Caserta, sabato 03.10.07)

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