La Chiesa aversana dice NO al Parco dell”Amore

di Antonio Arduino

La condanna arriva da Don Giuseppe CriscuoloAVERSA. Quando la critica arriva dal pulpito nell’omelia domenicale non la si può ignorare. E se poi si aggiunge che il pulpito è quello della parrocchia dedicata ai santi Filippo e Giacomo, più nota come chiesa della Madonna di Casaluce, particolarmente cara agli aversani, allora riportalo diventa un obbligo.

Oggetto della esternazione fatta nella prima messa domenicale dal parroco Giuseppe Criscuolo è stata l’iniziativa avviata dal Centro Studi “Carlo Rosselli” di una petizione popolare (che avrebbe già raccolto centinaia di firme) per realizzare in città un “parco dell’amore”. Un luogo, per dirla tutta, dove fare liberamente sesso in auto perché, evitando perifrasi, di questo si tratta e non di amore che è tutta un’altra cosa, protetti da guardoni e malintenzionati. A innescare la “critica” è stata la circostanza, riportata dalla stampa locale e dal sito Pupia, che la proposta godrebbe dell’avallo del primo cittadino. Stando a quanto riportato tra i commenti di Pupia, avendo notato che le coppie di questa città, non disponendo di spazi sicuri e protetti dove potersi appartare, se non nella pubblica strada dove, oltre ad infrangere la legge (che prevede il reato di atti osceni in luogo pubblico, punito con la reclusione da tre mesi a tre anni, ndr) vanno incontro alle molestie e alle spesso fatali aggressioni di balordi e delinquenti, il sindaco di Aversa avrebbe proposto l’istituzione di un Drive–In per “attività ludiche” in cui le coppie, in cerca di intimità, potrebbero trovare riparo e protezione. L’osservazione non deve essere andata giù a don Giuseppe Criscuolo che ha espresso apertamente dissenso. Affermando, con tono pacato ma deciso, che di fronte a certi comportamenti non si può rimanere in silenzio, il parroco ha biasimato apertamente l’idea, sottolineando l’incoerenza di comportamento di chi si professa cattolico cristiano sedendo in prima fila nelle celebrazioni e poi avalla iniziative che ledono la dignità. Trasformando la parola libertà in libertinaggio. Fin qui il pensiero del sacerdote, che ha tradotto in parole i sentimenti di tanti cittadini stanchi dell’insufficienza della classe politica locale, di destra e di sinistra, capace solo di brigare per le poltrone, lottare per gli incarichi, scandalizzarsi per gli appalti e pronta a combattere solo per difendere interessi personali o guadagnare una manciata di voti. Compresi quelli che potrebbero venire dall’aver autorizzato la nascita di un “drive-in per attività ludiche” o, se più vi piace, di un parco dell’amore, insomma una sorta di bordello a cielo aperto realizzato con la benedizione del primo cittadino, magari su uno standard comunale. Si è vero che ce n’è già uno a Bari, nato per iniziativa di un operatore economico privato che ha investito nell’impresa ben 150 mila euro, sicuro di un massiccio ritorno, e che ce n’è un’altro nella città di Vinci, in provincia di Firenze, benedetto dal sindaco diessino Giancarlo Faenzi, ma il fatto che in Italia esistano già dei “parchi dell’amore” non può giustificare l’idea di realizzane anche uno ad Aversa. Con tanti problemi che ha la città proprio non si sente la mancanza di un “bordello” all’aperto, sia pure recintato, illuminato con luci suffuse e, perché no, sorvegliato da vigilantes, dove fare le cosiddette “attività ludiche”, ovvero sesso, sapendo di essere tutelati da guardoni e aggressori. Comunque, se proprio il sindaco Ciaramella volesse dare sicurezza, tranquillità e relax a chi intende fare sesso “fuori casa”, perché non valuta la possibilità di distribuire dei ticket per l’uso gratuito, a tempo, di una stanza negli alberghi presenti sul nostro territorio a chi non ha disponibilità di un’abitazione propria, lasciando ai parchi la funzione specifica dei parchi. Preoccupandosi di garantire sicurezza, tranquillità e relax anche ai cittadini che vanno a fare la spesa quotidiana dal salumiere all’angolo facendo lo slalom tra rifiuti e auto in sosta selvaggia e badando a guardarsi le spalle per proteggersi da scippi, rapine e magari anche dai furti nelle abitazioni.

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