AVERSA. Stava quasi per compiere unaltra impresa lingegnere Giovanni Vanacore, ma questa volta non ce lha fatta. Il 76enne professionista aversano, con lhobby di raggiungere a piedi le città più famose dItalia, è deceduto oggi nei pressi di Terni dopo aver avvertito un malore intestinale, sul quale si deve ancora fare chiarezza.
Vanacore, originario di Casaluce, era partito sabato 4 novembre da Aversa, in cinque giorni era già a Roma e, lasciata lUrbe, si era incamminato verso Viterbo. Lungo il tragitto una sosta lungo in un ristorante, a Civita Castellana, che dista circa 100 chilometri da Roma e una trentina da Terni. Stava rispettando in pieno la tabella di marcia, fino a quando ha iniziato ad avvertire un malessere intestinale. La situazione è precipitata nellalbergo dove alloggiava: la proprietaria ha chiamato un medico, ma non cè stato niente da fare. Le figlie si sono subito attivate, e non escluso che nelle prossime ore venga fatta lautopsia per accertare i veri motivi del decesso. Infatti se dovessero emergere dalla perizia medico-legale fattori come lavvelenamento da cibo, non si escluderebbero risvolti penali e lapertura di uninchiesta. Mi aveva chiamato tre giorni fa dice Massimo Mazzone, impiegato del Circolo Nazionale, storico sodalizio aversano che lingegnere frequentava quotidianamente e dal quale era partito pure per lultima impresa – dicendomi che seppur si sentiva bene avvertiva forti dolori di pancia. Il tutto succedeva dopo aver mangiato delle tagliatelle ai funghi. Così anche la proprietaria dellalbergo nel quale era ospite si attivava facendolo visitare da un medico. A questo punto mi domando cosa sia successo e perché la situazione sia così precipitata. Era in forma smagliante prima di partire – dichiarano altri amici – e quindi non riusciamo a capire cosa sia successo. Una persona onesta, un valente professionista, amante della sfida e del gioco, ma sempre generoso e pronto ad aiutare chi ne aveva bisogno. Nato il 19 febbraio del 1931, Vanacore, nel febbraio scorso aveva deciso di festeggiare il suo 76esimo compleanno lanciando una sfida ad amici e conoscenti: andare a piedi a Roma, partendo da Aversa, in appena quattro giorni. E così fu. Attraversando le campagne di Villa Literno, e poi la strada costiera da Gaeta a Sabaudia, sino a giungere a Pomezia, in sole 92 ore giunse nella capitale. Unimpresa che destò scalpore, tanto che, oltre ai media locali, anche Rai Uno dedicò uno speciale. Lingegnere stava scrivendo un libro sulle sue ultime avventure. Vado nella città di San Francesco – aveva confidato agli amici prima di partire, lui che non era mai stato un fervente cattolico – poiché è la città della pace, ma anche un simbolo di profonda cristianità. E negli ultimi tempi mi sto riavvicinando a Dio. Questa volta non si tratta di una sfida con me stesso, ma di un avvicinamento, anche in seno fisico e non solo spirituale, alla pace e alla fede.