CARINOLA (Caserta). «La nostra è stata una dichiarazione di guerra: le ecoballe qui non ce le metteranno, semplicemente perché a un attento e scrupoloso studio salta agli occhi che proprio Carinola è la città meno adatta per questo tipo di provvedimenti. Faremo quanto possibile nei nostri poteri ma qui le ecoballe non ce le vogliamo».
E’ lapidario il commento del sindaco di Carinola Pasquale Di Biasio che illustra bene la reazione dei delegati del comune caleno alla riunione tenutasi ieri mattina in prefettura alla presenza del prefetto Maria Elena Stasi e dell’attuatore del piano di emergenza per la provincia di Caserta, il professore Serva. Il primo cittadino era stato convocato in merito alla decisione di inserire Carinola nei nove siti di stoccaggio provvisorio decisi due giorni fa a Palazzo Chigi per far fronte all’emergenza rifiuti sul territorio regionale. Ovvia è stata la reazione dell’intera cittadinanza, simile a quella delle altre otto comunità coinvolte in questa vicenda: allo sgomento iniziale è seguita la preoccupazione vera e propria in un tam tam di emozioni contrastanti. Il summit in prefettura di ieri mattina ha chiarito che Carinola è già deputata ad accogliere migliaia di ecoballe, il dubbio rimane invece sul sito da scegliere. Sono ben due i posti individuati dal professor Serva, incaricato dal prefetto Pansa per la provincia di Caserta: la cava di Casanova e la località «Cese». «Per quanto riguarda Cese – ha dichiarato il sindaco – a me sembra proprio una provocazione. Non più tardi di quattro anni fa abbiamo prodotto una mole impressionante di documenti che testimoniano quanto il sito non sia compatibile con qualsiasi tipo di rifiuto. Il dossier l’abbiamo portato stamattina con noi in Prefettura ma non è stato neanche sfogliato. Della cava a Casanova è inutile proprio parlarne, dato che è vicinissima al centro abitato». Serva ha anche illustrato a Di Biasio, ai tecnici e al legale del comune e al consigliere Antonio Corribolo, i ristori economici che l’ente avrebbe in caso dell’arrivo delle temute ecoballe. Ieri sera intanto, il sindaco ha convocato tutta la sua squadra, giunta e maggioranza consiliare, per illustrare la situazione e chiedere innanzitutto compattezza per le eventuali azioni che si intendono proporre. «È molto probabile che il provvedimento su Carinola venga emanato: ovviamente faremo ricorso» ha dichiarato Di Biasio, con il consenso di moltissimi consiglieri presenti nella sua stanza ieri sera. Tantissime persone comuni, tanti privati cittadini intanto hanno raggiunto il municipio nell’arco di tutta la giornata di ieri: alcuni hanno proposto siti alternativi, altri si sono limitati a chiedere conferme di quanto avevano sentito ai telegiornali, altri solo per dire al sindaco di non mollare. Uno studio di fattibilità è ancora al vaglio, ma se le altre province sono in ballo con due comuni, Caserta lo è con uno solo. Di Biasio si chiede come mai proprio un paese a vocazione agricola è stato scelto da Pansa per diventare sito per ecoballe e non può non mettere in dubbio la posizione del presidente della Provincia Sandro de Franciscis. «Ritengo un po’ ambiguo il suo atteggiamento di questi giorni – ha detto amareggiato il sindaco che fino a due sere fa non aveva mai dubitato del suo collega di partito – ma qualcuno a Pansa, il nome della nostra città deve pure averlo suggerito». Oltre alla fisiologica preoccupazione che serpeggia in queste ore, si aggiunge anche l’amarezza del primo cittadino per l’assenza del suo vice e paradossalmente anche assessore all’ambiente Gennaro Mannillo che non si è recato alla riunione in prefettura di ieri mattina seppur invitato dal sindaco stesso mentre molti altri della giunta avevano dato la propria disponibilità a recarsi a Caserta a rappresentare la comunità carinolese. Tra gli altri rimasti ad aspettare a Piazza Vanvitelli in quanto l’ingresso al summit era possibile solo ad un numero ristretto di persone, l’assessore Antimo Marrese.
da Il Mattino, venerdì 09.11.07 (di Lilly Viccaro Theo)