Lusciano, le motiviazioni dello scioglimento del consiglio

di Redazione

Municipio di LuscianoLUSCIANO (Caserta). Dopo la sospensione del consiglio comunale, arrivano puntuali le motivazioni dello scioglimento del Comune. Il decreto, pubblicato sulla gazzetta ufficiale, è stato notificato, nella mattinata di ieri, dai tre commissari, i vice prefetti Giacomo Barbato, Giuseppe Castaldo e il dirigente Michele Albertini, all’ex sindaco Isidoro Verolla.

Le lunghe indagini condotte dalla commissione d’accesso – si era insediata lo scorso 15 gennaio, con mandato prorogato fino al 15 luglio, un supplemento di indagini chiesto dal prefetto di Caserta, Maria Elena Stasi, ai commissari, per approfondire le verifiche su eventuali infiltrazioni della criminalità organizzata – e l’esito negativo dell’attività investigativa condotta sul territorio (emerse situazioni di diffusa illegalità) hanno portato allo scioglimento dell’ente. Non è la prima volta che il Comune è interessato da un simile provvedimento, già nel 1992 vennero sciolti gli organi amministrativi sempre per ingerenze della criminalità organizzata nella vita dell’ente. «Le indagini ispettive effettuate dalla commissione di accesso – si legge nella relazione del ministro dell’Interno, Amato – hanno conseguentemente accertato come le locali organizzazioni criminali, favorite dalla particolare situazione ambientale che come evidenziato è caratterizzata da una fitta ed intricata rete di parentele, affinità, e frequentazioni tra amministratori comunali ed esponenti delle locali consorterie criminali, siano riuscite ad ingerirsi nella vita politico-amministrativa dell’ente configurando un concreto sviamento dell’attività comunale nel perseguimento degli interessi dell’intera collettività». Sotto accusa alcuni importanti provvedimenti, in particolare delibere adottate dalla giunta, ma che in realtà sarebbero di competenza dell’apparato gestionale con le quali vengono dettate disposizioni specifiche per l’assegnazione dei lavori. «Emblematico al riguardo è il conferimento con decreto del sindaco – scrive il ministro dell’Interno – dell’incarico di responsabile del settore protezione civile e ambientale a un funzionario (Gennaro Costanzo ex responsabile dell’Utc) che negli scorsi anni è stato rinviato a giudizio per i reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, omicidio in concorso e rapina». Nel mirino della commissione d’accesso, oltre ad alcune gare d’appalto, le cui procedure hanno, peraltro, evidenziato numerosi profili di illegittimità (le ditte risultate aggiudicatarie successivamente rinunciavano all’esecuzione dei lavori, adducendo futili motivazioni), anche l’affidamento del servizio di refezione scolastica.

da Il Mattino, venerdì 09.11.07 (di Paolo Ventriglia)

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