CASERTA. Dopo la diffusione della notizia che l’amministrazione comunale abbia espresso la volontà di costruire una moschea a Caserta si scatenano le polemiche. Riceviamo e pubblichiamo le considerazioni di Azione Giovani, capeggiati da Gianluca Abruzzese.
“Abbiamo appreso da una nota trasmissione locale l’intenzione da parte dell’attuale amministrazione di predisporre la costruzione di una moschea a Caserta. E’ inutile sottolineare che Azione Giovani si dichiara totalmente contraria all’installazione nell’ambito del tessuto cittadino di un locus che, e i fatti di questi ultimi anni lo testimoniano, non rappresenta solo un’area di preghiera, ma anche centro di indottrinamento e di diffusione dell’Islam, talvolta nella sua versione più integralista e intollerante. Le moschee concretizzano, manifestano, rendono visibile la Umma (comunità di fedeli musulmana) in maniera capillare che, senza l’ausilio di torri o stendardi per segnare il territorio nel tempo e nello spazio, introduce punti di riferimento islamici, non solo religiosi ma anche giuridici, ideologici e politici. Non dimentichiamo che la sharia(la legge coranica) per i musulmani, sovrasta tutte le leggi degli uomini portando la dimensione religiosa spesso in coincidenza con la dimensione politica. Non ci sorprenderemo, e il passato ce lo testimonia, che è endogeno nelle moschee creare reti con la politica soprattutto nelle sue forme intolleranti, non trascurando il proliferare di finanziamenti per atti terroristici ; in maniera endemica di come si sia sempre manifestata l’insofferenza e il disagio che precedono cambiamenti radicali, sommosse, attentati e rivoluzioni e l’arresto dell’imam di Sorgane ne costituisce un chiaro esempio. Le moschee non possono essere imposte per decreto da parte di amministrazioni a caccia di voti, più o meno “buoniste” e sostenitrici del multiculturalismo, senza un ampio consenso tra tutte le forze politiche e dei cittadini. Nella nostra società occorre focalizzare la nostra attenzione sui processi di integrazione. Integrazione ,però, vuol dire anche collaborazione, dialogo, coordinamento di organismi diversi con interessi comuni, non cedere e dimenticare la nostra identità e cultura per fare spazio ad una filantropia di bassa lega”.