CIVITAVECCHIA. I comitati dei medici dellalto-Lazio hanno consegnato alla Procura di Civitavecchia nuovi documenti ad integrazione dellesposto presentato un anno fa sullobbligo dello screening periodico per larsenicosi cronica in tutti coloro che hanno lavorato, lavorano e lavoreranno vicino ad impianti che bruciano carbone o olio combustibile.
“Unindagine indispensabile – sottolinea in una nota il comitato –per le alte emissioni di arsenico, semi-metallo che viene veicolato dalle polveri di un diametro decine/centinaia di volte il milionesimo del metro. Il controllo della esposizione deve essere fatto, secondo i dati scientifici più recenti, su frammenti di unghie”. Limportanza del problema, come riferiscono i medici laziali, viene sottolineata dai risultati di uno studio effettuato da ricercatori della University of California, Berkeley, e la Pontificia Universidad Católica de Chile di Santiago e recentemente pubblicato sul Journal of the National Cancer Institute, 6, 2007. Le conclusioni alle quali sono giunti gli autori mettono in evidenza che il rischio di avere un cancro al polmone o alla vescica dopo lesposizione cronica allarsenico rimane per decenni. Alla Procura è stata anche consegnata linterrogazione del senatore Rossi al Presidente del Consiglio dei Ministri, su questo tema, e Ia comunicazione della Commissione Europea che conferma lobbligo del controllo e rimane in attesa dellintervento degli organi istituzionali interessati. I No-Coke di Tarquinia plaudono alliniziativa dei medici: Dovè finito, – tuonano in coro – lobbligo di screening per larsenicosi cronica in tutti coloro che lavorano vicino ad una centrale ad olio combustibile o a carbone? E cosa sta accadendo alla salute di noi cittadini? Perché non viene fatta rispettare la legge?. Lazione segue la protesta di ieri da parte di Greenpeace contro la centrale Enel a carbone di Civitavecchia.
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