ROMA. Con 161 ‘no’ e 156 ‘si’ il Senato stamani ha respinto le pregiudiziali di costituzionalità alla legge Finanziaria presentate dall’opposizione. Non sono risultati determinanti i voti dei tre senatori a vita presenti in aula.
Superato questo primo scoglio, per il quale alcuni davano in difficoltà la maggioranza, ora arriva la prova più difficile nei prossimi giorni, riguardante l’approvazione degli articoli della manovra e cioè i diversi provvedimenti contenuti in essa. Su questo punto, infatti, c’è da considerare l’atteggiamento critico, oltre che della Casa delle Libertà, della sinistra radicale e di parte dell’area centrista. Il voto finale sulla Finanziaria è previsto per metà novembre.
Soddisfatto il presidente del Consiglio Romano Prodi: “Abbiamo rinviato la spallata. Il risultato della votazione dimostra ancora una volta che la maggioranza, quando è ora di votare, vota compatta”.
Per il presidente dei senatori dell’Ulivo, Anna Finocchiaro, la maggioranza “ha retto benone, non bene”. “Oggi – ha aggiunto – ancora una volta, abbiamo superato serenamente questa prova e questo voto dimostrando una forte coesione. Un grande risultato, ma sapevamo che oggi sarebbe andata bene. Questa maggioranza risicata ha dimostrato la sua forza politica e la sua tenuta solidale”.
La Finocchiaro replica anche al presidente dei senatori di Forza Italia, Renato Schifani, che ha fortemente criticato l’ipotesi del voto di fiducia sulla Finanziaria: “Perché si agita tanto? – ha detto la senatrice dell’Ulivo – Le manovre finanziarie del governo Berlusconi furono approvate tutte con il voto di fiducia”.
A scendere nei particolari il ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme costituzionali, Vannino Chiti: “Il senatore Schifani e gli altri leader dell’opposizione fingono di non capire. Dopo l’ampio dibattito, il confronto e l’approvazione della legge finanziaria nella Commissione Bilancio del Senato, i gruppi di opposizione hanno presentato per l’aula oltre 800 emendamenti. Com’è noto, in molti parlamenti di paesi europei come il nostro, una volta che la Commissione Bilancio ha esaminato la legge finanziaria del governo, l’assemblea è chiamata a approvare o a respingere il testo, senza poterlo emendare”. Tuttavia, nel caso di voto di fiducia, per il presidente dei senatori di An, Altero Matteoli, ben altre saranno le ragioni che porteranno la maggioranza a tale decisione: “La discussione non è cominciata certamente con i buoni auspici. Il relatore riconosce il comportamento responsabile dell’opposizione mentre Chiti vuole mettere la fiducia. Non era mai accaduto che una opposizione presentasse meno di 500 emendamenti, quindi c’è poco da stare allegri: metteranno la fiducia per problemi interni e non perché faremo ostruzionismo”.