ROMA. Inizia oggi pomeriggio al Senato il dibattito sulla legge Finanziaria. Le prime votazioni riguarderanno le pregiudiziali di costituzionalità e le questioni sospensive presentate dall’opposizione.
Il centrosinistra, che a Palazzo Madama conta una maggioranza risicata, sarà messo alla prova: se prevarranno i voti favorevoli alle pregiudiziali decadrà l’intero provvedimento e per il governo Prodi sarà crisi. Ecco perché, si inizia a parlare di fiducia, così come accadde per la precedente Finanziaria, ossia creare un unico articolo di legge contenente tutti i provvedimenti e metterlo ai voti. L’Aula, infatti, dopo le pregiudiziali, dovrà affrontare oltre 600 emendamenti, un dato che – come afferma il relatore Giovanni Legnini – “non è sufficiente a tenere lontana definitivamente l’ipotesi della fiducia, a causa degli equilibri delicati dell’Aula del Senato”. Anche lo stesso premier Romano Prodi rivela: “Nessuno desidera mettere la fiducia. Questo diventa necessario se il numero degli emendamenti e la lunghezza della discussione lo rende occorrente”. D’accordo il ministro dell’Economia, Tommaso Padoa Schioppa, per il quale, una volta superato il primo ostacolo delle pregiudiziali, non esclude il ricorso alla fiducia: “E’ uno strumento previsto dalla Costituzione e, se necessario, non c’è niente di male a utilizzarlo”. E, come spesso accade per il suo governo, Prodi intanto “fa i conti” per i voti. I senatori di Lamberto Dini sulle pregiudiziali hanno detto di garantire sostegno al centrosinistra ma sembrano contrari al piano di stabilizzazione dei precari della pubblica amministrazione, previsto da un emendamento approvato in commissione Bilancio. L’ex rifondino Franco Turigliatto, che assieme all’ex PdCi Rossi lo scorso febbraio mandò sotto il governo sulla politica estera, si dice contrario alla Finanziaria, così come al protocollo Welfare.