ROMA. Nessun accordo tra Veltroni e Fini sulla nuova riforma elettorale, solo una intesa relativa al principio che la stessa riforma non può prescindere da riforme istituzionali che rafforzino lesecutivo.
E il risultato dellincontro odierno a Montecitorio tra il segretario del Pd e il leader di An.
Con Fini siamo daccordo che non esiste un problema esclusivo di legge elettorale e pertanto non ci può essere una discussione sulla legge elettorale senza che si affronti anche la modifica dellassetto istituzionale, ha detto Veltroni in conferenza stampa. Poco prima Fini aveva dichiarato: Per An la questione della modifica della Costituzione e del sistema di voto sono strettamente intrecciate. Il dialogo non deve comportare benevolenza verso il governo Prodi. Se questo cade, e non cè più maggioranza, la parola spetta agli elettori. Entrambi sono daccordo sulla riduzione del numero di parlamentari, il rafforzamento dei poteri dellesecutivo e la fine del bicameralismo perfetto. Per farlo, però, occorrono un iter legislativo lungo e una maggioranza di due terzi del Parlamento, se non si vuole correre poi il rischio del referendum. Ecco perché i due pensano di apportare tali cambiamenti attraverso la nuova legge elettorale. Quello di oggi, dunque, potrebbe essere il primo passo per un accordo, anche se Fini boccia la proposta di Veltroni di un proporzionale con soglia di sbarramento e altri correttivi, puntando ad un sistema che garantisca agli elettori di scegliere il partito, la coalizione, il programma e il candidato premier. Per venerdì, intanto, è fissato lincontro tra Veltroni e Silvio Berlusconi, ma allinterno della settimana potrebbe essere fissato anche quello con il leader dellUdc Pierferdinando Casini. Ma dal Pd avvertono: se Berlusconi continua ad avere come pregiudiziale il ritorno alle urne subito dopo la riforma elettorale allora non cè margine di dialogo.