Il leader dell”opposizione e star del cricket pachistano Imran Khan è stato arrestato oggi a Lahore, nella sua prima comparsa in pubblico da quando è stato imposto lo stato d”emergenza in Pakistan.
“Spero di organizzare un movimento studentesco per la democrazia”, ha detto Khan alla BBC. Il suo arresto, nell” università Lums di Lahore, è avvenuto mentre il presidente Pervez Musharraf dichiarava di essere la sola garanzia di democrazia in Pakistan: “Avevo pensato di dare le dimissioni… ma mi sono reso conto che solo io posso portare la democrazia”, ha detto Musharraf in una della lunga serie di interviste concesse in questi giorni per spiegare al mondo la validità delle sue scelte. E per scambiarsi accuse e insulti con la leader dell”opposizione Benazir Bhutto.
L”ex primo ministro ha accusato il presidente generale, con il quale aveva un patto di spartizione di potere, di aver fatto del Pakistan uno “stato di polizia”. Musharraf ha risposto che lei è una “manipolatrice”. Ma malgrado la mobilitazione mediatica, il generale, 64 anni di cui otto al potere con un colpo di Stato militare, appare sempre più isolato. I media pachistani, a parte le televisioni oscurate, sembrano prestare poca attenzione alle minacce della “mini legge marziale”, che prevede fino a tre anni di carcere per chi “ridicolizza” il presidente. La reazione dei militari al “secondo colpo di Stato” è “sotto osservazione” di Washington, per verificare se ci siano incrinature e, forse, la possibilità di liberarsi di un alleato ormai “scomodo”. E mentre, nonostante la repressione la protesta della società civile monta, si profila una possibile alleanza dell”opposizione. Dall”esilio in Arabia saudita, l”altro ex primo ministro Nawaz Sharif ha accettato l”invito della Bhutto a lavorare insieme. Khan è l”ultimo di migliaia di oppositori politici, attivisti per i diritti umani, avvocati e giudici messi in carcere in virtù dello stato d”emergenza imposto, secondo Musharraf, per meglio combattere il terrorismo.