Russia, arrestati leader e manifestanti dell”opposizione

di Antonio Taglialatela

Vladimir PutinRUSSIA. Rivolta in Russia contro il presidente Vladimir Putin. La polizia oggi ha arrestato una cinquantina di partecipanti alla marcia nella città di San Pietroburgo, mentre uscivano dalla sede del partito liberale Yabloko.

lI manifestanti, secondo fonti del posto, sono stati picchiati e caricati a bordo degli automezzi delle forze dell’ordine. La marcia nella seconda città del paese non era stata autorizzata dalle autorità. Aggredito anche Nikita Belykh, leader del partito Sps (Unione delle forze di destra) e prossimo candidato alle elezioni parlamentari in programma il 2 dicembre, il quale è riuscito ad evitare l’arresto proprio grazie alla tessera di candidato. Mentre, secondo le stesse fonti, altri leader anti-Putin sono stati arrestati: Boris Nemtsov, probabile candidato alle presidenziali del marzo 2008, Maxim Reznik, dirigente locale di Yabloko, e lo scrittore Eduard Limonov.

Arresti che seguono quello, avvenuto sabato scorso, di Garry Kasparov, ex campione del mondo di scacchi e leader di “Altra Russia”, il movimento promotore della protesta, che raggruppa diversi partiti e associazioni di opposizione, inclusi Yabloko e Sps. Kasparov, assieme a 2500 manifestanti, marciava davanti al Cremlino al grido “Una Russia senza Putin”. L’accusa per tutti è di violazione delle leggi sulle manifestazioni di massa e di resistenza a pubblici ufficiali, reati per i quali sono previsti almeno cinque giorni di prigione. L’opposizione è intenzionata a dimostrare che nel paese esiste un’alternativa democratica al partito “Russia Unita” di Putin la cui vittoria alle parlamentari del 2 dicembre è scontata. Lo stesso Putin, però, che ha promesso di lasciare la poltrona in occasione delle presidenziali del prossimo anno, terminando così il secondo mandato consecutivo. Nonostante il consolidato potere, all’ex spia del Kgb certe “resistenze” fanno paura, e lo dimostrano il diniego rifilato al corteo dell’opposizione e gli arresti da parte della polizia. Teme, probabilmente, una nuova “rivoluzione arancione” in Russia, così come avvenne in Ucraina, con lo zampino degli Stati Uniti.

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Redazione
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